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lunedì 20 agosto 2007

Da buona animalista...


Riporto la notizia integrale pubblicata dal quotidiano "Liberazione" del 19 agosto 2007!




Spagna, la tv pubblicanon manda in onda le corride


Laura Eduati


Gli spagnoli sono increduli. Per la prima volta dopo 51 anni, la televisione pubblica Rtve ha deciso di non mandare in onda le corride. Proprio durante l'estate, quando migliaia di aficionados riempiono le arene per ammirare la maestria dei toreros.Che cosa è successo? In realtà la scomparsa delle corride dai palinsesti è avvenuta in sordina, probabilmente per non provocare polemiche. Se ne è accorto il quotidiano El mundo , che ieri ha pubblicato un sondaggio on line per scoprire se la decisione piace agli spagnoli. Senza sorprese, il 52% dice di non essere d'accordo: nonostante tutto, la corrida rimane un simbolo della Spagna e un momento di partecipazione collettiva importante specialmente nei piccoli paesi. Gli amanti del genere diranno che la lotta tra matador e toro è l'allegoria della vita, e che vale la pena ammazzare animali innocenti per preservare il mito. Certo, ma perché trasmetterlo in televisione?In questo caso, le campagne degli animalisti non c'entrano nulla. Né pare il segno di una mutata sensibilità nei confronti dei tori, avvertita specialmente in Catalunya, dove le corride non hanno mai avuto grande seguito, tanto che a partire dal 2008 Barcellona annullerà gli spettacoli e utilizzerà la plaza de toros Monumental per farci un mercatino domenicale.L'anno scorso le corride trasmesse da Rtve hanno assicurato una audience del 16%, raggiungendo il 24% con i toreros più famosi come Jesulìn, ribattezzato "il torero delle donne" poiché nel 1995 organizzò una corrida destinata ad un pubblico esclusivamente femminile. Perché la rete pubblica rinuncia a questa percentuale di ascolti? I vertici della rete nicchiano e spiegano che «non abbiamo nulla contro le corride». Poi forniscono motivazioni che, secondo El Mundo , non stanno in piedi: questo tipo di spettacolo contravviene al protocollo per la protezione dell'infanzia, sottoscritto dalla Rtve (ma allora perché le corride vengono trasmesse dalle tv regionali?); spesso la rete pubblica non riesce ad acquisire i diritti (ma questi diritti costano poco, spiega il quotidiano anti-Zapatero). Insomma, la Rtve decide di perdere audience e denaro pur di non trasmettere uno spettacolo cruento. La riforma della tv pubblica spagnola, che Zapatero vuole indipendente dalla politica e culturalmente formativa, è cominciata.19/08/2007


P.S. Mi chiedo se Berluska o la Rai avrebbero rinunciato...Boh!? Secondo voi?

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Continuando la discussione costruttiva che abbiamo inaugurato insieme...
Il popolo non può condurre esso solo una rivoluzione, nemmeno se questa è culturale: deve esserci necessariamente un partito che lo guidi. Io non intendevo dire che sarà il popolo del sud a condurre una rivoluzione che libererà il mondo... bensì che il proletariato del sud (escludendo quindi in partenza il sottoproletariato), condotto da un partito internazionale internazionalista comunista, porterà avanti una rivoluzione culturale che combatterà l'egemonia culturale borghese, e porterà avanti una rivoluzione comunista, che instaurerà il potere politico del popolo e quello economico dei consigli di fabbrica. Di conseguenza la borghesia che domina la nostra di società si indebolirebbe (cosa impossibile altrimenti), e permetterebbe al proletariato delle nazioni industrializzate di imporre la democrazia diretta, e la gestione delle industrie da parte del proletariato.
La storia del tozzo di pane non mi convince. La storia della socialdemocrazia insegna che quella parte della borghesia 'socialista', infondo non è che la vera avanguardia boghese tanto astuta da garantire i beni di minima necessità alla stragrande maggioranza dei proletari affinchè non nasca in questi alcun sentimento di riscatto sociale.
A quanto ho capito tu hai militato in partiti che si candidano alle elezioni.
Io NON posso appoggiare questi.
Infatti il dibattito politico che c'è fra i partiti parlamentari è tutto all'interno della mentalità borghese o piccolo-borghese. Un dibattito che si svolge fra liberali e socialisti è un dibattito che riguarda la sola borghesia, dal momento che non si tratta di discutere fra comunismo e capitalismo.
Per lotta contro l'egemenia culturale intendo anche questo: la capacità di estraniarsi dalle logiche della borghesia e della democrazia rappresentativa, e l'avvicinamento alla consapevolezza di classe internazionalista, e alla democrazia diretta ossia l'unica forma di governo veramente democratica nel senso vero della parola.
Infatti da comunista non mi preoccupa discutere intorno al tozzo di pane, infatti a me interessa che sia il proletario a gestire la produzione, e che sia lo stato popolare a garantire il tozzo di pane a tutti, e non la misericordia dei partiti socialdemocratici.
Il sottoproletariato come dici tu è una parte paurosa del popolo, ma la borghesia non ha interessi ad allargarlo mettendo in gioco i suoi interessi. Quindi, il tozzo di pane l'avranno sempre la maggioranza del proletariato rispetto a una minoranza di sottoproletariato.
Ripeto, la chiave per sbloccare la situazione a mio avviso, sta nella gestione della produzione.
Il proletario del sud però deve essere aiutato dal proletario del nord, ma sopratutto il partito del proletariato deve giusto distruggere il capitalismo, e inaugurare la rivoluzione solo quando questo sarà totalmente distrutto, e non quando è ancora in parte esistente. Infatti di rivoluzione comunista ci deve essere una sola, se non vogliamo che si ripercorrano gli errori di una volta.....
Per quanto riguarda la tua noiosa predica sugli ideali: tienila per te! ...anche io non perdo mai la mia tenerezza!
Continuiamo a discutere compagna, finché ce lo faranno fare!!!

Anonimo ha detto...

Carissima, è anche mio il piacere di discutere con una Donna.
Quando discutevamo di un partito internazionale in grado di muovere le masse, è chiaro che questo non esiste. Se stiamo affrontando il discorso è proprio per questo!!!
Quanto al confronto generazionale:
é chiaro che avete il dovere di trasmetterci tutte le vostre conoscenze, e noi abbiamo quello di ereditarle.
Ammiro gli sforzi della generazione del dopoguerra che è riuscita a tirare avanti dopo anni disastrosi e a rendere possibile la nostra 'felice' esistenza. Tuttavia non posso accettare che la generazione vostra, che ha lottato, e che ha lavorato, ci dà della gioventù dorata...!
Tutti noi abbiamo qualcosa per cui lottare, lo sai bene :)....altrimenti staremo davvero nel migliore dei mondi possibili... le noci ci sono, solo che non abbiamo il sacco in cui raccoglierle, il sacco lo dovevamo ereditare da voi, ma a quanto pare qualcosa è andato storto, e forse non è manco colpa vostra.
Ti devo correggere: non è così che nasce il sottoproletariato. Infatti, è loro interesse (quello della borghesia) di dare al proletariato quanto basta per non generare sottoproletariato, ovvero una fetta di popolo molto pericolosa (non ha nemmeno le catene da perdere...), pensa che la precarietà è nata anche per questo. Come far lavorare più persone, se le nostre fabbriche stanno tutte all'estero? Paghiamole di meno, e sfruttiamo i lavoratori a prezzi competitivi a quelli del terzo mondo.
Non dico che è pericoloso per il popolo il pericolo della disoccupazione, bensì è proprio pericolo della broghesia. Piuttosto è pericolosa la precarietà, ma quella non la si può combattere se non combattendo con i proletari del sud, intendendo questi quelli del terzo mondo non necessariamente quelli del meridione italiano.
E' vero ci è stato un cambiamento profondo in questi ultimi anni, ma non è dovuto al consumismo...
E' dovuto al fatto che la produzione si è spostata dagli stati industrializzati a quelli del terzo mondo, e che i proletari del primo mondo sono una specie in via di estinzione. Ne consegue un diretto aumento della classe borghese rispetto a quella proletaria, e da ciò un intensificazione dell'egemonia culturale di destra su quella di sinistra, e quindi il consumismo.
Dunque come combattere quest'ultimo? Come si combattono tutti i mali: dalla matrice.
La produzione, se il proletariato del sud unito a quello del nord guida una rivoluzione guidato da un unico partito internazionalista, e instaura la democrazia nel sud del mondo e la nazionalizzazione della produzione; a questo punto ne risulterebbe una borghesia indebolita al nord, ovvero, un allentarsi dell'egemonia culturale di destra, e quindi si presenterebbe la possibilità alla minoranza proletaria (in continua crescita) del nord di imporre alla borghesia un egemonia culturale di sinistra in grado di inaugurare una rivoluzione culturale che porterebbe inevitabilmente al tanto amato comunismo.
La lotta non è finita cara compagna, si è solo spostata!!!!!!
Quando dicevo rivoluzione unica e mi riferivo agli errori di una volta intendevo questo: la rivoluzione va fatta una volta per tutte in tutto il mondo, per questo ci vuole un solo partito comunista internazionalista, essendo solo uno il proletariato.
Ripeto: a me interessa poco la politica di Bertinotti e company! Il mio impegno politico si sforzerà solo nella realizzazione di un movimento internazionalista consapevole del passato, ma deciso sul futuro.
Non credo che alcun partito che sta al gioco della borghesia e delle sue misere elezioni rappresentative possa fare quanto richiedo.
Non ci serve riformismo, ci vuole internazionalismo. Un internazionalismo puro che non si preoccupa delle condizioni dei lavoratori (=delle conseguenze del capitalismo), ma del solo riscatto dei lavoratori (=di quel che sarà dopo la rivoluzione culturale e col comunismo).
Avanti compagna, abbiamo un futuro da costruire!

Anonimo ha detto...

Compagna sto blog sta diventando un bordello multimediale!! :-) E c'è la musica.. e ci sono le foto in video.. e si parla di tv.. e mannaggia!! Il mio piccolo blog scribacchiato inizia ad impallidire..ehehehehe.. comunque contro la corrida ora e sempre! Prodi non è Zapatero, e non lo sarà neanche Veltroni (anche se forse vorrebbe anto farcelo credere..)

Anonimo ha detto...

Ciao Compagna. Vedo che la discussione con Mirko di Amici di Spartaco continua anche qui...bene!!!!
Ho notato il tuo nuovo stile nel blog e mi hai fatto venire in mente un'ideona imprenditoriale di tutto rispetto. Apro un ristorante e lo chiamo " Ristoro Precarietà" dove verranno a mangiare al costo politico di 10 euro tutti e solo i precari e i disoccupati.
Ti vuoi mettere in società? :-)
Visti i numeri avremo il ristorantino pieno ogni giorno. Ma non un ristorantino di lusso, una specie di trattoria alla buona.

Riguardo alla corrida e al tuo post...Chi avrebbe rinuciato? Prodi? Berlusconi? Suvvia ....non scherziamo. Noi mandiamo in onda cose peggiori della corrida. Leggasi CORRIDA come personaggi insulsi e lobotomizzati che niente insegnano e niente sanno ma prendono più soldi di me e di te, donne precarie (povere noi) e sognatrici ( beate noi!)
Ciao Compagna...

Anonimo ha detto...

sulla corrida: sempre stato contrario. tempo fa, quando era stato incornato un ragazzino, mi ero espresso sull'argomento

quello che qui mi colpisce sono i commenti.
mi esprimo cercando di non dilungarmi + del necessario.

il più grande errore storico del comunismo è quello di considerare le persone come sorte di automi che agiscono in base alla dialettica storica.
il comportamento logico secondo la dialettica si applica abbastanza bene sulle società, ma è terribilmente fallace sui singoli.

rumore insignificante, si potrebbe obiettare.
e invece no, neppure per sogno.
è lo stesso ma07 a cadere nell'inghippo, citando i partiti come guide.

"Il popolo non può condurre esso solo una rivoluzione, nemmeno se questa è culturale: deve esserci necessariamente un partito che lo guidi", dice. condivido la frase e purtroppo segna il grande problema della "rivoluzione".

gli uomini sono fallaci, travolti da pulsioni, da tentazioni, ambizioni e paure, come è normale e naturale che sia.
sono uomini a guidare i partiti.
i partiti vanno allo sbando proprio nei momenti + importanti, quando si è in cima alla montagna (quando pulsioni/ambizioni/paure sono al loro culmine), e invece di scendere dalla parte giusta sprofondano in baratri a volte peggiori dei quelli da cui cercavano di uscire.

tornando a livello di società e lontano dai singoli, resta il punto che la società si muove per fattori comuni, eventualmente generati da una coscienza di classe o da altri agenti (mi rifaccio alla larga a Rousseau, tanto per dare un po' di coordinate del ragionamento).
questi fattori comuni sono elementi aggreganti solo sin quando restano appunto comuni, ossia quando rimangono abbastanza vaghi e astratti da rimanere condivisibili. quando si entra nel dettaglio si torna al problema che le masse sono fatte di persone singole le quali non si muovono più secondo dettami dialettici, ma in modo molto più disordinato.

non è più l'800. non lo è più da tanto...e tutto il '900 è lì a ricodarcelo!
si può voler perseguire un risultato analogo a quello del comunismo di stampo marxista, ma non si può usare il marxismo per sperare di spiegare il comportamento delle masse o (peggio ancora) dei singoli.

oh, per carità, non è una critica a marx, del resto non è un caso che tanto la psicologia quanto la sociologia gli siano posteriori. però certi limiti sarebe decisamente il caso di riconoscerli...tanto per non ripetere sempre gli stessi schemi fallimentari!

Anonimo ha detto...

Ciao!!!!
Allora io esprimo il parere sulla corrida: assolutamente contraria...in italia qualcuno che fa passi indietro anche se si deve rinunciare al guadagno? ne dubito...