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mercoledì 7 novembre 2007

Comunicato del 27 0ttobre 2007 Jojutla-Morelos

FORUM NAZIONALE DI SOLIDARIETÀ CON LE COMUNITÀ ZAPATISTE
27 ottobre 2007 – Jojutla - Morelos

Intervento della Commissione Sesta dell’EZLN

LA SOLIDARIETÀ COME FRATELLANZA O COME USURA

“… il pessimismo continuava ad averla vinta poco a poco; la fame e la sete, la stanchezza, la sensazione di impotenza di fronte alle forze nemiche che ci accerchiavano sempre di più e, soprattutto, la terribile malattia dei piedi conosciuta dai contadini col nome di mazamorra - che trasformava in un martirio intollerabile ogni passo dei nostri soldati - avevano fatto di questo un esercito di ombre. Era difficile andare avanti, molto difficile. Giorno dopo giorno, le condizioni fisiche della nostra truppa e del cibo peggioravano, un giorno sì ed un altro no, un altro forse, niente contribuiva a migliorare il livello di miseria che stavamo sopportando. Passavamo i giorni più duri nascosti (…) in pantani pestilenziali, senza una goccia d'acqua potabile, attaccati continuamente dall'aviazione, senza un solo cavallo per poter trasportare i più deboli attraverso le inospitabili paludi, con le scarpe completamente distrutte dall'acqua fangosa di mare, con le piante che ferivano i piedi scalzi, la nostra situazione era realmente disastrosa mentre tentativamo faticosamente di uscire dall'accerchiamento (…). Non avevamo tempo di riposare neanche per poco quando un nuovo acquazzone, le inclemenze del clima, oltre agli attacchi del nemico o alle notizie della sua presenza, tornavano ad imporci la marcia. La truppa era sempre più stanca e scoraggiata. Ma, quando la situazione era ancor più tesa, quando ormai solo l'impero dell'insulto, delle suppliche, degli spropositi di ogni tipo, riusciva a far procedere la gente esausta, una sola visione in lontananza incoraggiò i loro volti ed infuse nuovo spirito alla guerriglia.”

“Passaggi della Guerra Rivoluzionaria.
L'Offensiva Finale: La battaglia di Santa Clara” - Ernesto Che Guevara

Così Ernesto Che Guevara descriveva un ottobre di quasi 50 anni fa. Alcune settimane dopo questo disastro, il Che comandava una delle battaglie più impressionanti della storia militare mondiale: la Battaglia di Santa Clara.

Giorni dopo cadeva la dittatura da Fulgencio Batista, trasformando il popolo di Cuba, dopo essere stato l'ultimo ad emanciparsi, nel primo ad essere libero in America.

E dico questo mentre si blatera della sovranità nazionale (ora presuntamente difesa dai senatori “patrioti”) o della lotta al narcotraffico, dimenticando che la cosiddetta “Iniciativa Merida” o “Plan México”, ha come uno dei suoi obiettivi quello di chiudere la morsa militare e diplomatica intorno a quella solitaria stella di dignità nei Caraibi.

All'improvviso, dopo gli stessi quasi 50 anni, il governo nordamericano scopre che l'opzione scelta dal popolo cubano non dipende da un uomo eccezionale, ma dalla vocazione storica condivisa dai popoli latinoamericani: quella alla libertà ed alla giustizia.

Il problema, dunque, per il governo degli Stati Uniti non si chiama Fidel Castro Ruz, ma, per dirlo semplicemente, si chiama Rivoluzione Cubana.

40 anni fa il Potere straniero scoprì che la ribellione di un continente non moriva con la pallottola che ammazzava Ernesto Che Guevara, e che a volte quel sentimento si incarna negli individui ma sempre nei popoli.

Forse a qualcuno, o a qualcuna, suonerà strano che il nostro intervento in questo forum di solidarietà con le comunità zapatiste inizi citando il Che e Cuba, ma viene a proposito perché, secondo il nostro pensiero zapatista, non si può parlare della solidarietà come fratellanza senza pensare a Cuba, alla sua lotta ed alla sua storia.

E nominando Cuba non nominiamo la vittima di turno, ma quanto lì è in gioco a livello regionale, continentale e mondiale.

E nominare il Che non è far un’offerta al complesso e reiterato culto della morte. È, invece, onorare la vita e la ribellione che le dà senso e rotta.

Un po’ di storia.

“Tutto sembra impossibile alla vigilia” - disse qualcuno dei nostri, per poi aggiungere - “ma il domani è proprio lì, vicino, non perché ci aspetti, ma perché noi lo costruiamo al suo momento, su un altro calendario”.

E tra gli impossibili di ieri, ci sono i futuri oggi. Gli uomini, le donne, i bambini e gli anziani che hanno abbracciato la causa sintetizzata nella Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona, hanno deciso di fare un'Altra cosa, in basso e a sinistra, ed affrontano gli impossibili di oggi.

Ma non è la prima volta.

La storia recente del nostro movimento, quello zapatista dell'EZLN, ha visto molti stravolgimenti in quanto riguarda il nostro modo di vedere il mondo, di guardare all'ambito politico.

Pensando che saremmo stati non solo soli, ma con tutto contro, ci preparammo per quell'alba del gennaio 1994.

14 anni fa, con la luna di ottobre come tetto sul nostro cammino, nelle montagne del sudest messicano, si affinavano gli ultimi dettagli dell'insurrezione. Ho detto “affinavano gli ultimi dettagli” solo per ripetere un luogo comune, in realtà camminavamo disordinati, con una rilassatezza che dava molto da pensare sulle possibilità reali di successo politico e militare dell'insurrezione in armi di migliaia di indigeni e della presa di 7 capoluoghi municipali dello stato sud-orientale messicano del Chiapas.

Realizzare gli ultimi preparativi dell'insurrezione sembrava lo sforzo di tagliare con martello e scalpello uno di quei piccoli gioielli di cristalleria che abbagliano per colori e lucentezza. E così fu allora, ed è anche adesso.

La nostra causa, la più bella, nobile ed antica nella storia dell'umanità, la causa della libertà dei popoli, ha così tanta luce e colori che ancora adesso, a quasi 24 anni dall’inizio del nostro impegno, non abbiamo finito di scoprirla nella sua totalità.

Lo sappiamo ora e lo sapevamo allora.

Ma non siamo abituati a sistemare i fatti della nostra stessa storia per dare lezioni che mai abbiamo preso o per dare un'idea di limpida coerenza, quindi devo dirvi che, visto dall’alta e luminosa notte dell'ottobre del 1993, il piano dell'insurrezione somigliava molto a tanti disordinati pezzi di un puzzle che non avevano niente a che vedere tra loro.

Potrei vantarmi ora, a distanza di calendario e guardando alla neo-militarizzazione del paese intero, dicendo che il caos di allora faceva parte del piano, e che tutto mostrava un disordine studiato con l'obiettivo di sconcertare i servizi segreti governativi del Messico e degli Stati Uniti, ma non lo farò.

Se a quella borsa di domande che voi chiamate “luna”, domandassimo che cosa vide in quelle notti sulle montagne del sudest messicano, sicuramente direbbe: “Sembrava un'ombra multipla, senza destinazione, rotta”.

Indubbiamente io avrei preferito che la luna ci descrivesse come uno “specchio frammentato”, ma chi fa tante domande non può mentire, cosicché quello eravamo: un'ombra rotta. Forse lo siamo ancora, forse torneremo ad esserlo.

In altre occasioni ho fornito frammenti di questo modo così peculiare che abbiamo noi zapatisti, zapatiste, di affacciarci al futuro, al domani. C'è una specie di ironia della morte e, nello stesso tempo, una grande speranza per la vita.

Perché?

Non sono state poche le albe solitarie in cui ho cercato di rispondere a quella domanda che la luna ci ripete col suo viavai luminoso. È stato il Vecchio Antonio, quell'indigeno di radici maya che per noi fu porta e finestra, che arrischiò una risposta:
“È questione del parlare e del suo tempo. Il presente si parla individualmente, il passato ed il futuro collettivamente. La morte, dunque, è una questione che ha potere solo individualmente e la vita è possibile solo collettivamente. Per questo diciamo ‘muoio’ e per questo diciamo ‘viviamo’ e ‘vivremo’”.

Allora, ora ricordo la diagnosi tipica delle infermiere zapatiste così come la comunicavano ai pazienti. Non era: “non è grave, guarirai”, ma: “di sicuro morirai, ma non subito, ci vorrà ancora del tempo”. Il paziente si rimetteva rapidamente. Non so se per lo stimolo di una diagnosi così motivante… o perché, preparando l'iniezione l'insurgenta addetta alla sanità aveva la gentilezza di informare il paziente che l'ultima volta che aveva fatto un'iniezione le si era rotto l'ago nella natica del compagno. “Povero compa” - diceva mentre strofinava con un batuffolo di cotone inzuppato di alcool la zona dove avrebbe fatto l'iniezione - “credo che abbia ancora dentro il pezzo di ago, per questo zoppica”.

Con tutto questo voglio dire che 14 anni fa pensavamo sì alla morte, ma era una faccenda privata, come lo sono lo spazzolino da denti e la biancheria intima… be, se si può chiamare biancheria intima quei pezzetti di tessuto che le donne usano adesso e che, inoltre, si sistemano in modo da farle spuntare dai pantaloni che non arrivano ai fianchi.

Mmm… mi sta venendo fame, quindi è meglio che mi affretti a completare quanto ho da dirvi…

Vi stavo dicendo che sì, la morte possibile e probabile era, ed è, una questione individuale e personale, ma la vita era ed è, per noi, una questione collettiva su come eravamo, siamo, saremo.

In altre parole, per lo zapatismo dell’EZLN, il fallimento e la morte si coniugano alla prima personale singolare (“Io, Me, A me, Con me”), il che ha dato il titolo ad un disco di Joaquín Sabina); invece, il successo e la vita portano sempre in mano il “noi” che ci dà identità, passato e domani (quello che si conosce come “Utopia” che, per certo, è il nome di un disco di Joan Manuel Serrat).

In sintesi, quella vigilia della guerra contro l'oblio, non è che non portassimo con noi, oltre al fuoco, dei dubbi. Ne avevamo, e molti. Ma non si riferivano al nostro destino individuale o collettivo. Queste questioni si erano risolte tempo prima, quando ognuno di noi, ognuna di noi, eravamo arrivati al punto in cui, questo sì è qualcosa di personale ed individuale, eravamo arrivati alla grande biforcazione che normalmente presenta l'andar del mondo: in alto o in basso? A destra o a sinistra? Protagonismo individuale o anonimato collettivo? Luce o ombra?

No, i dubbi avevano a che vedere con ciò che avremmo trovato là fuori.

Imputatelo al nostro pessimismo dialettico o alla nostra sfiducia ancestrale, ma il fatto è che pensavamo che saremmo stati ricevuti col silenzio, la sordità, la condanna, la lapidazione. Chiaro, oltre che con pallottole e bombe. “Non sono bombe, sono razzi” - disse l'autodenominato storiografo ed allora fan di Carlos Salinas de Gortari, come poi lo sarebbe stato di Ernesto Zedillo, Vicente Fox, López Obrador (prima della frode, chiaro) ed ora lo è di Felipe Calderón. Credo si chiami Héctor Aguilar Camín che, di sicuro, ora firma un libro su Acteal, perché Tello Díaz non era disponibile. Altro denaro per ampliare gli annessi e connessi in cambio del lavaggio del crimine di Stato che porta il timbro di una guerra di sterminio che compie ormai 515 anni.

Balza all'attenzione che la memoria che si fa di Acteal porti il logo di Gustavo Iruegas, addetto alle relazioni esterne del cosiddetto governo legittimo di López Obrador. E che, nel momento in cui si denuncia la partecipazione di ex-guerriglieri nella strategia di contrainsurgencia che si scatenò allora e che culminò col Massacro di Acteal, si dimentica che uno dei capi della delegazione governativa di Zedillo era il signor Iruegas, oggi convertitosi improvvisamente alla causa della sinistra.

Bene, non divaghiamo, dopotutto lassù, Aguilar Camín troverà da chi riscuotere.

Ritorniamo a quei giorni. Perché risulta che ci sbagliammo. E ci sbagliammo doppiamente.

Perché incontrammo sì, gli Annessi e Connessi e le relative Svolte a destra, ma incontrammo anche allora chi, pensammo allora, tentava di capire, di capirci.

Già prima ho fatto riferimento al fatto che, a quell'epoca, abbiamo avuto la fortuna di contare sull'interesse dei lavoratori dei mezzi di comunicazione, oltre che di artisti, intellettuali e scienziati progressisti. L'ascolto che prestarono allora è qualcosa che fu fondamentale e che ricordiamo con sempre più nostalgia.

La presenza di queste persone fu importante. Tuttavia, non mi riferirò ora alla loro notevole assenza, al loro criticabile silenzio, o alle relative dissociazioni di moda e convenienza.

Invece, vorrei citare chi si avvicina alle lotte, movimenti e popoli offrendo appoggio, mentre in realtà sta concedendo un prestito ad alti interessi. Cioè, a quelle persone che trasformano la solidarietà ad una causa, in un bottino ed usano questi appoggi per costruire la propria scalata al Potere.

Perché risulta che se ci sbagliammo a supporre che saremmo stati soli, ci sbagliammo anche a pensare che ciò che era di interesse primario, e poi simpatia, appoggio e solidarietà, fosse qualcosa di sincero e di onesto.

In quei primi giorni, ignari di come andavano le cose là fuori, si avvicinarono a noi persone di cui ci fidammo. Allora non sapevamo che, insieme a loro, venivano anche le loro fobie e che non pensavano ad altro se non a come fare uso del posto che il sangue dei nostri morti aveva conquistato.

È normale che, quando si parla in generale, gli interessati dicano che ci stiamo riferendo ad altri, o ad altre. Quindi, bisognerà nominare anche le persone che furono della CONAC-LN e poi del FAC-MLN. Che, quando divenne di moda accusarci di essere “riformisti armati” e “piccolo borghesi” ci dettero addosso con singolare entusiasmo. I “radicali” di allora sono adesso agnelli mansueti nei recinti del Potere. Il signor Benito Mirón Lince ne è la dimostrazione. L'attuale funzionario del governo del DF, passato di poltrona in poltrona, dimentica che alcuni anni fa era un furibondo critico della sinistra istituzionale e del riformismo. Il radicalismo gli è durato fino a che non ha raggiunto il budget.

Poi scoprimmo che la presunta solidarietà con lo zapatismo, per tutti e tutte loro non era stata altro che un investimento.

Gli attuali funzionari distribuiscono elemosine per lavarsi la faccia, conservano o esibiscono le loro foto con gli zapatisti a seconda di come tira il vento, si congratulano reciprocamente per la loro prudente maturità ed ingrassano il loro portafoglio con banconote e carte di credito, ed il loro cuore con alibi che nascondono i loro tradimenti e tentennamenti.

Questo è successo e succede non solo in Messico, ma anche in Europa. Collettivi di solidarietà che allora tesero ponti, oggi ci attaccano, mantengono un silenzio complice o si dissociano con un opportunismo che ha come contapassi il rating sui mezzi di comunicazione.

E pretendono che, a pagamento dei “favori ricevuti” (così dicono), l'EZLN appoggi le loro posizioni riguardo alla giusta lotta del popolo Basco, le loro politiche di sostegno vergognoso dell'interventismo nordamericano ed europeo, i loro sospiri per le monarchie che macchiano il vecchio continente. E siccome non lo facciamo, allora si ritirano o cambiano in base alla moda, questo sì, previa dissociazione pubblica… o privata.

Su questi ed altre terre, gli usurai della solidarietà reclamano da noi un'autocritica, esigono che chiediamo perdono visto che non obbediamo loro, che non li seguiamo, che non ci sottomettiamo.

Allora ci sbagliammo. Adesso sappiamo che la solidarietà che non si dà senza condizioni, senza aspettarsi niente in cambio, non è che un'altra forma di usura, grazie alla quale si vuole trarre profitto dal dolore e dalla lotta altrui.

Tutto questo viene a proposito visto che questo è un forum di solidarietà con le comunità indigene zapatiste.

Ed io sono venuto solo per avvisare che, quelle persone, quei gruppi, quei collettivi e quelle organizzazioni che pensano di praticare l'usura presentando il conto dei loro aiuti e della loro solidarietà verso i nostri popoli, sappiano che non avranno nessun rimborso.

Diciamo loro di guardarsi allo specchio che in alto finge di essere di sinistra, di partecipare ai loro caffè, incontri conviviali, tavoli di redazione, ai loro consigli nazionali, ai loro uffici governativi.

Sentirete, con sorprendente unanimità, che lo zapatismo è passato di moda, che ha commesso molti errori, che non è realistico, che è settario, radicale, ostinato… che è coerente.

Non fraintendetemi, non siamo cattivi debitori, non è che non vogliamo pagare.

Si tratta semplicemente di confusione.

Perché in questo lungo combattere, i popoli indios tutti, non solo zapatisti, sono i creditori.

È così da quando il mondo ha cominciato a girare. Così fu 200 anni fa. Così fu un secolo fa.

Così sarà quando il calendario del basso torni a girare e a presentare all'alto l'interminabile conto dei debiti che si accumulano in basso e a sinistra.

Perché, bisogna dirlo, forse quello che il Che disse di aver visto in lontananza altro non era che il luogo dove la libertà è il punto di arrivo e di un nuovo passo: quello di essere migliori.

Bene (bene anche per la benzina). Saluti e che, tra somme e sottrazioni, vinca il domani.

Molte grazie.

Subcomandante Insurgente Marcos

martedì 23 ottobre 2007

Comunicato dell'EZLN del 14 ottobre 2007



PAROLE DELLA COMMISSIONE SESTA DELL’EZLN A CHIUSURA DELL’INCONTRO DEI POPOLI INDIOS D’AMERICA
14 Ottobre 2007

Autorità tradizionali della Tribù Yaqui di Vicam
Leader, rappresentanti, delegati, autorità dei popoli originari d'America presenti in questo Primo Incontro dei Popoli Indios d'America
Uomini e donne, bambini ed anziani della Tribù Yaqui
Osservatori ed osservatrici del Messico e del Mondo
Lavoratrici e lavoratori dei mezzi di comunicazione

Sorelle e fratelli

Grandi sono le parole ascoltate in questo incontro.

Grandi sono i cuori che hanno partorito queste parole.

Il dolore dei nostri popoli è stato raccontato da chi lo subisce da 515 anni.

La sottrazione ed il furto di terre e risorse naturali, ma ora con i nuovi abiti della "modernità", del "progresso", della "civiltà", della "globalizzazione".

Lo sfruttamento di centinaia di migliaia di uomini, donne, bambini ed anziani, che riproducono i tempi ed i metodi delle encomiendas e delle grandi haciendas dell'epoca in cui le corone d'Europa si imponevano a ferro e fuoco.

La repressione con la quale eserciti, poliziotti e paramilitari rispondono alle rivendicazioni di giustizia della nostra gente, come quella che le truppe dei conquistadores usavano per annientare intere popolazioni.

Il disprezzo che riceviamo per il nostro colore, la nostra lingua, il nostro modo di vestire, i nostri canti e balli, le nostre credenze, la nostra cultura, la nostra storia, allo stesso modo di 500 anni fa, quando si discuteva se eravamo animali da addomesticare o bestie feroci da annichilire, e si riferivano a noi come inferiori.

Le 4 ruote della carrozza del denaro, per usare le parole dello Yaqui, ripercorrono la strada fatta del sangue e del dolore dei popoli indios del continente.

Come prima, come 515 anni fa, come 200 anni fa, come 100 anni fa.

Tuttavia, qualcosa è cambiato.

Mai la distruzione era stata così grande ed irrimediabile.

Mai era stata così grande ed incontrollabile la brutalità contro terre e persone.

E mai era stata così grande la stupidità dei malgoverni che subiscono i nostri paesi.

Perché quello che stanno uccidendo è la terra, la natura, il mondo.

Senza logica di tempo e luogo, terremoti catastrofici, siccità, uragani, inondazioni si susseguono su tutto il pianeta.

E dicono che sono catastrofi naturali, quando in realtà sono state provocate, con accurata stupidità, dalle grandi corporazioni multinazionali e dai governi al loro servizio nei nostri paesi.

Il fragile equilibrio della natura che ha permesso al mondo di andare avanti per milioni di anni, sta per rompersi di nuovo ma ora definitivamente.

E in alto non fanno niente, se non dichiarazioni ai mezzi di comunicazione e formare inutili commissioni.

I falsi capi, i malgoverni, sono idioti che adorano gli anelli della catena che li soggioga.

Ogni volta che un governo riceve un prestito dal capitale finanziario internazionale, lo mostra come un trionfo, lo pubblicizza su giornali, riviste, in radio e televisione.

I nostri attuali governi sono gli unici, in tutta la storia, che festeggiano la loro schiavitú, la ringraziano e la benedicono.

E si dice che è democrazia il fatto che il Comando della distruzione sia a disposizione di partiti politici e caudillos.

"Democrazia Elettorale" è come i prepotenti chiamano la lotta per entrare nell'affare di vendere la dignità e portare avanti la catastrofe mondiale.

Là in alto, con i governi, non c'è speranza alcuna.

Né per i nostri popoli indios, né per i lavoratori della campagna e della città, né per la natura.

E per accompagnare questa guerra contro l'umanità, si è costruita una gigantesca bugia.

Ci dicono, ci ripetono, ci insegnano, ci impongono, che il mondo ha percorso la sua storia per arrivare dove siamo ora, affinché comandi il denaro, quelli in alto vincano e noi, che siamo il colore della terra, perdiamo.

La monarchia del denaro si presenta, così, come il culmine dei tempi, il fine della storia, la realizzazione dell'umanità.

Nelle scuole, sui mezzi di comunicazione, negli istituti di ricerca, nei libri, la grande bugia riaggiusta la storia e ciò che ha fra le mani: il luogo e il tempo, cioè, la geografia ed il calendario.

In queste terre, che chiamarono "nuovo mondo", loro ci imposero la loro geografia.

Da allora ci fu un "nord", un "sud", un "oriente" ed un "occidente", accompagnati da segni di potere e barbarie.

I 7 punti cardinali dei nostri antenati (sopra, sotto, davanti, dietro, un lato, un altro lato ed il centro) furono dimenticati e al loro posto arrivò la geografia dell'alto con le sue divisioni, le frontiere, i passaporti, le green cards, la minuteman, la migra, i muri ai confini.

Imposero anche il loro calendario: in alto i giorni di riposo e benessere, in basso i giorni di disperazione e morte.

E celebrano ogni 12 ottobre "il giorno della scoperta dell'America", quando in realtà è la data dell'inizio della guerra più lunga della storia dell'umanità, una guerra che dura ormai da 515 anni e che ha come obbiettivo la conquista dei nostri territori e lo sterminio del nostro sangue.

Insieme a questo profondo e diffuso dolore, è stata citata anche la ribellione del nostro sangue, l'orgoglio della nostra cultura, l'esperienza nella resistenza, la saggezza di nostri vecchi.

In questo Incontro si è guardato indietro e lontano.

La memoria è stata il filo invisibile che unisce i nostri popoli, così come le montagne che corrono lungo tutto il continente ricamano queste terre.

Quello che alcuni chiamano "sogno", "utopia", "impossibile", "bei desideri", "delirio", "pazzia", si è sentito qui, nella terra dello Yaqui, con un altro tono, con un altro destino.

E c'è un nome per ciò di cui parliamo ed ascoltiamo in tante lingue, tempi e modi.

C'è una parola che viene dall'origine stessa dell'umanità, e che segna e definisce le lotte degli uomini e delle donne di tutti gli angoli del pianeta.

Questa parola è "LIBERTÀ".

È quello che vogliamo come popoli, nazioni e tribù originarie: LIBERTÀ.

E la libertà non è completa senza la giustizia e senza la democrazia.

E non può esserci niente di tutto questo nel furto, nel saccheggio e nella distruzione dei nostri territori, della nostra cultura, della nostra gente.

Un mondo senza prepotenti, questo è quanto che sembra impossibile che riescano ad immaginare le persone, oggi.

Come se la terra avesse avuto da sempre chi impone il suo potere su di lei e su chi la lavora; come se il mondo non possa mai essere giusto.

Sono i popoli originari che guardano al loro passato, che conservano e preservano la loro memoria, quelli che sanno che è possibile un mondo senza Dominatore né dominati, un mondo senza capitale, un mondo migliore.

Perché quando innalziamo a bandiera il nostro passato, la nostra storia, la nostra memoria, non vogliamo ritornare al passato, ma costruire un futuro degno, umano.

Incontrarci è la conquista principale di questa riunione.

C'è ancora molto da fare, discutere, concordare, lottare. Ma questo primo passo sarà un vento fresco per il dolore del colore che siamo noi del colore della terra.

Nel calendario che cominciamo a percorrere, nella geografia che concordiamo, continua una gigantesca sovversione.

Per i suoi modi e mezzi non ci sono manuali, ricettari, dirigenti di scrivania e d'accademia.

Invece, c'è l'esperienza dei popoli originari, ma ora con l'appoggio e la decisione dei lavoratori della città e della campagna, dei giovani, delle persone adulte, degli altri amori, dei bambini e delle bambine; di tutte e tutti quelli che sanno che per il mondo non ci sarà un'altra opportunità se questa guerra la vinceranno quelli che stanno in alto.

La ribellione che scuoterà il continente non ripercorrerà le strade e le tappe delle precedenti che cambiarono la storia: sarà un'altra.

Quindi, quando cesserà il vento che saremo, il mondo non avrà terminato il suo lungo cammino e ci sarà l'opportunità di fare con tutte, con tutti, un domani dove ci siano tutti i colori.

A quel tempo del calendario che faremo, in quel luogo della nuova geografia che realizzeremo, la luna cambierà lo sguardo con cui nasce e sarà di nuovo il sorriso che annuncia l'incontro della luce e dell'ombra.

Da Vicam, Sonora, Messico
Subcomandante Insurgente Marcos
Messico, Ottobre 2007

(traduzione del Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

giovedì 11 ottobre 2007

Sostieni il Centro Salam

Carissimi amici,

ormai ci conosciamo un pò tutti e sappiamo che il 98% di noi ha un cuore grande e aperto ad aiutare chi è in difficoltà.

Come volontaria di Emergency sento il dovere di trasmettere questo messaggio, certa che darete una mano anche voi a far crescere il Centro Salam di cardiochirurgia.


Lei è Sunia, giovane ragazza sudanese, che se non fosse stato per l'aiuto che tutti noi le abbiamo dato, adesso non sarebbe viva. Guardate invece il suo sorriso, fantastico vero?

Seguite le indicazioni scritte sulla cartolina e possibilmente fate passaparola.

Tutti i bimbi, le donne, gli anziani, che nel mondo hanno difficoltà, urlano NO ALLA GUERRA.

Tutti noi urliamo ai padroni del mondo: NO ALLA GUERRA!



Per ogni informazione e se desiderate visitare virtualmente il Centro Salam www.emergency.it

Bacioni x tutti

lunedì 8 ottobre 2007

Il Che...ultima puntata.

Oggi è l’8 di ottobre, giornata in cui, quarant’anni fa, Ernesto Guevara, il CHE, veniva catturato nella foresta Boliviana.
Tradito, come sono traditi tutti quelli che sono temuti per la loro capacità d’amare.
Chi ama, diventa sempre un pericolo, perché nessuno può fermare la loro avanzata verso la meta. Chi ama, non vede difficoltà, supera con coraggio tutto, quindi diventa un pericolo agli occhi, di chi, l’amore è sinonimo di grandezza.
Solo con il tradimento si può fermare l’amore, ma la storia c’insegna che alla fine, anche un atto aberrante, può essere inutile. Si può togliere la vita ad un uomo, ma i suoi Ideali ed il suo Amore, resteranno sempre, per sempre.
Qualcuno circa duemila anni fa, tradì il Cristo per trenta denari.
Qualcuno, quarant’anni fa, tradì il Che e per molti dollari lo vendette alla CIA.
Questo qualcuno, lo si può identificare nella persona di Ciro Bustos, che insieme a Régis Debray, furono catturati pochi giorni prima di Guevara. Il primo aveva avuto incarichi molto importanti all’interno dell’organizzazione guerrigliera. Il secondo era solo un messaggero tra i guerriglieri e Cuba.
Non so se qualcuno di voi ha visto mai in faccia Bustos, ma ha davvero gli occhi del “GIUDA”.
I due agenti della Cia, che prima catturarono i due di cui sopra e che poi, a causa del tradimento di Bustos, fecero prigioniero il Che, erano Felix Rodriguez e Gustavo Villaldo Sempera.
Rodriguez, oltre al suo impegno con la Cia, aveva un odio personale e profondo nei confronti del comandante Guevara. Questo perché era figlio di un’agiata famiglia cubana e nipote del ministro dei Lavori Pubblici sotto il governo di Batista. Con la presa dell’Avana era stato, quindi, costretto a lasciare Cuba.
Rodriguez possiede ancora oggi, una collezione macabra dei resti del Che.
Villaldo, fu proprio lui a rivelare a Jorge Castaneda, che era stato Bustos a rivelare il luogo dell’accampamento dove si trovava il Che.
L’8 ottobre, il Che viene catturato e portato al villaggio La Higuera.
L’indomani mattina già moltissime radio annunciano la sua morte, ma in realtà verrà ucciso solo dopo le tredici.
Mario Téran, un sergente, si dice ubriaco, fu incaricato, o si offrì volontario, non si sa bene, per uccidere il Che.
Gli fu detto di non sparare al volto per, eventualmente, poter simulare una morte in combattimento.
Tèran a quanto pare esitò più di una volta e bevve molto prima di portare a termine l’ordine.
Secondo la leggenda, le ultime parole del Che furono: “Spara, codardo, Stai uccidendo solo un uomo” (n.d.a.). Dopo il primo colpo, il Comandante cadde mordendo i lacci che gli legavano le mani, per non urlare il dolore che provava, poi un’altro colpo ed uno ancora, infine il colpo di grazia.
Questo accadeva il 9 ottobre 1967, quando Ernesto Guevara de la Serna, detto “Che”, aveva soltanto trentanove anni.
Ma la storia, continua, il Che è sempre con noi!

venerdì 5 ottobre 2007

Bush: Il Killer più potente del mondo!


Mi verrebbe da aprire questo articolo con qualche imprecazione del tipo: beep, beeeeeeeeep, beeeeeeeeeeeeep...mortacci sua e de su nonno che era pure il padre di suo padre George the first!
Ok mi do una calmata, almeno cerco di darmela, cominciando a dire che Mr. George W. Bush è il killer più potente del mondo.
Perchè? Semplicissimo, uccide milioni di povera gente e nessuno gli dice nulla, tanto è solo il Presidente degli Usa.
Non gli bastavano i morti in Afghanistan, in Iraq, ora nega la sanità per i bambini americani ma, attenzione!!!!! Mica a tutti i pargoli eh! Solo quelli meno abbienti che non hanno un'assicurazione sanitaria.
Ohè, occhio che la salute potrebbe diventare un privilegio anche qui in Italia eh!
E con la gente che non può più neanche permettersi di comprare il pane, figuriamoci pagare un'assicurazione sanitaria.
Bush, non so che darei per vederlo a cavallo di un razzo, inviato sulla luna senza tuta spaziale.
Certo pensa a mantenere la Nasa, a finanziare guerre per soddisfare le lobby del petrolio che t'hanno fatto diventare presidente dei miei...beep! Scusate oggi ho il beep facile.
Tanto loro, non solo hanno la possibilità di pagare i medici, i migliori, naturalmente ma, di mandare i figli nelle migliori università.
Occhio anche qui, a proposito di studio, prima era un diritto, ora non so fino a che punto visto che paghiamo anche il pezzetto di gesso con i quali i nostri pargoli scrivono alla lavagna.
IO NON VOGLIO AMERICANIZZARMI OKKKKK?
Pssss, psssss, Bush...lo sai che chi la fa l'aspetti?
Sai che ci sono mali che neanche il tuo petrolio può curare?
Sai quante vittime hai sul tuo sporco e miserevole groppone? No, certo che no!
Per questa sera spero che ti vada il boccone di traverso e resti strozzato, senza però aver sofferto almeno per un pò. Promettimi che mi accontenterai, in fin dei conti è un aitaliana che te lo chiede ...Italia-America amici all right?
Ma vaffàmbagno in una vasca all'acido cloridrico va!

P.S. sei così sorridente in questa foto!Ma sai come si dice dalle mie parti? "Non sempre ride la moglie del ladro".

giovedì 4 ottobre 2007

Mastella denuncia un blog...con quale diritto?

Carissimi lettori, Mastella compreso che si fa il giro di chi come me, oltre a lasciare nome e cognome, per eventualmente facilitare le ricerche della polizia postale, lascia anche il link del blog.
Ora mi giunge la notizia che, il Sen. Mastella ha denunciato il blog dal titolo "mastellatiodio".
Ho dato uno sguardo al blog in questione, che qualche cretinetto ha definito dal titolo "infelice".
Intanto il blog è stato controllato da un avvocato che dice che non ci sono capi di accusa affnchè il blog possa essere chiuso.
C'è solo ironia, e libertà di pensiero come recita la nostra Costituzione.
E poi perchè "infelice"? L'odio e l'amore sono sentimenti che c'è di male nell'amare o nell'odiare? Mica pretenderà d'essere amato per forza? O meglio, mica il blogger, che tale lo ha definito, pretende che tutti amino Mastella?
Ora, vorrei sapere come mai il Sen. Mastella s'attacca ad un blog in controtentenza al suo, invitando la polizia postale a fare le ricerche per chiuderlo e non si occupa dei siti neofascisti che commettono reato di "apologia del fascismo"? Oppure come mai non si è mai occupato di S.M. che ha aperto blog, siti e tante altre cose diffamando tutte le donne e affermando che se una di noi subisce violenza, questa non è affatto un reato? Io la definirei istigazione alla violenza o no?

Caro Mastè hai sbagliato blog...informati su quelli che dovresti far chiudere in qualità di Guardasigilli e non in qualità di persona permalosa che si sente intoccabile ok?

P.S. tra l'altro, visto che il blog in questione pare non avere violato una legge, se lo facessi chiudere, sarebbe VIOLAZIONE DELLA LIBERTA' DI PENSIERO E DI PAROLA! Sa cos'è sig. Ministro? E' solo...

L'Art. 21

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.

Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.

In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo di ogni effetto.

La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.

Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.

Ecco pensi piuttosto a reprimere gli attacchi di bile che è meglio!

A.S.

mercoledì 3 ottobre 2007

24 febbraio 2004: STRAGE DEL CESSNA

Era il 24 Febbraio del 2004 quando un piccolo aereo Cessna si e'
schiantato sulle montagne dei sette fratelli dietro Cagliari.
L'aereo era condotto da due piloti professionisti ed uno in volo di
addestramento e trasportava due cardiochirurghi e un tecnico dell'ospedale
Brotzu di Cagliari, che portavano con loro un carico prezioso: un cuore
appena espiantato a Roma, destinato a un paziente di Cagliari in attesa di
trapianto.
Tutti morti, sei persone. Perduto il cuore pronto al trapianto e del
paziente che lo attendeva nulla sappiamo.
Si disse subito: " una tragica fatalità ", il giorno le cime dei sette
fratelli erano avvolte da una fitta nebbia, anche se era ben strano che dei
piloti esperti, proprio quel giorno avessero scelto di volare a vista sopra
le cime di quelle montagne, anziché seguire la rotta usuale che passa sul
mare, in prossimità di capo Carbonara
(unione sarda del 25 Febbraio 2004).
In effetti nei giorni successivi i familiari ipotizzarono che quella del
pilota non fosse stata una scelta, ma che fosse stato costretto a seguire
quella rotta rischiosa e difficile a causa di esercitazioni militari che
impedivano di seguire la rotta ordinaria.
In pratica all'origine della strage del Cessna ci sarebbero state le solite
manovre militari che si irradiano dalla base di Decimomannu verso i vari
poligoni sardi (Quirra, Capo Frasca, Teulada). All'epoca pero' questa rimase
una ipotesi che, per quanto verosimile, rimaneva legata alle dichiarazioni
dei familiari, nessun giornale diede notizia di un seguito investigativo.

Due anni dopo un piccolissimo trafiletto (Giornale di Sardegna del 28
Settembre 2006) dava notizia invece che non solo l'ipotesi della strage
dovuta ai militari era fondata, ma che due graduati di Decimomannu erano
sotto inchiesta e si erano rifiutati di rispondere al giudice che li
indagava. Dopo un altro anno un piccolo articolo (Giornale di Sardegna del
20 Settembre 2007) ci dice che i due sono stati rimandati a giudizio per
omicidio colposo proprio per aver causato la strage del Cessna e che il loro
processo incomincerà a Dicembre.

Allego i due articoli del Giornale di Sardegna, mi sembra che nessun altro
quotidiano sardo abbia pubblicato nulla a proposito di questa inchiesta.

Naturalmente quello che si puo' leggere su questi articoli e' ben poco,
giusto che i due sono stati rinviati a giudizio, mentre molte altre
questioni fondamentali rimangono aperte:
- Quel giorno erano in corso esercitazioni ?
- Che ruolo avevano i due graduati indagati ?
Come mai hanno avuto il potere di deviare la rotta del piccolo aereo dei
chirurghi ?
In sostanza rimane da capire quali siano le responsabilita' dei militari, al
di la' della responsabilita' personale dei due indagati, in questa piccola
Ustica Sarda.

Sarebbe opportuno che chi ha qualche altra informazione la condivida e che
il movimento antimilitarista sardo segua attentamente l'evolversi di questa
triste vicenda.

Il Giornale di Sardegna 28 Settembre 2006

Strage del Cessna

I militari indagati

non rispondono.

Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere il

tenente colonnello Bruno Scatena (difeso da Massimiliano Ravenna)

e il maresciallo Antonio Caponigri (legali Luigi Perra e Maria Bernarda Sanna).

I militari sono indagati per la strage del Cessna del 24 Febbraio 2004,

in cui morirono i chirurghi Alessandro Ricchi e Antonio Carta, il

tecnico del Brotzu Gianmarco Pinna, il pilota austriaco

Helmut Zulner, Thomas Giacomuzzi e Daniele Giacobbe.



Il Giornale di Sardegna 20 Settembre 2007

Tribunale. Ieri l'udienza preliminare: chiesto il rito abbreviato

Tragedia del Cessna

a giudizio i militari:

Dovranno rispondere della morte di sei

persone tra cui il cardiochirurgo Ricchi

Alessandro Zorco

alessandro.zorco@epolis.sm


Hanno chiesto il rito abbreviato i legali dei militari della
base di Decimomannu accusati di aver causato la tragedia
in cui persero la vita il 24 febbraio 2004 il cardiochirurgo del
Brotzu Alessandro Ricchi, il perfusionista Gian Marco Pinna,
il chirurgo Antonio Carta e i piloti Helmut Zulner, Thomas Giacomuzzi
e Daniele Giacobbe.
Nell'udienza preliminare il gup Giovanni Lavena ha rinviato
a giudizio (il 5 dicembre) il tenente colonnello Bruno Scatena,
difeso dall'avvocato Massimiliano Ravenna, e il maresciallo
Antonio Caponigri, assistito da Maria Bernarda Sanna
e Gianluigi Perra. Per il pm Rossana Allieri, i militari sarebbero
responsabili di omicidio colposo plurimo e disastro colposo.
In pratica, lo schianto del Cessna in cui viaggiavano Ricchi e
la sua equipe (di ritorno da Roma dove si erano recati per prelevare
un cuore da trapiantare a un paziente sardo) sui Sette
Fratelli, sarebbe stato causato dall'autorizzazione data dai
militari al pilota a procedere col volo a vista ("visual approach").
Di diverso avviso i legali che hanno chiesto l'interrogatorio
dei militari e si appellano alla perizia prodotta dal pm che -
sostengono - riconduce la disgrazia a un errore del pilota.

lunedì 1 ottobre 2007

L'Avvelenata - Francesco Guccini



Siamo ormai alla fine di questo Governo?
Ma la vera domanda è, cosa ci sarà "dopo"?
E' inutile negarlo, dopo ci sarà qualcosa di poco democratico.
Tempo fa feci alcune asserzioni sui Radicali, Pannella, la Bonino, quella faccia di allocco del portavoce ufficiale del partito che, se non fossi contro ogni forma di violenza...
Ora, non che voglia, in questo caso, sostenere la posizione di RC ma, spero vi rendiate conto che, se dovesse cadere il Governo, la colpa verrebbe attribuita alla posizione "radicale" di questo partito.
Esattamente, come già è successo, ricordate?
La gente, è più propensa ad ascoltare musica e vedere reality show, anzichè informarsi su cosa sia il Welfare. Ahhhhhhhh - grideranno- tutta colpa di Bertinotti, anzi bisognerebbe dire Giordano, ma quanti sanno che i ruoli dei due non sono più quelli di un tempo, almeno apparentemente( lo ammetto). Ma sapete quanti non sanno neanche lontanamente che diavolaccio sia il Welfare? Un popolo di teste al servizio del sistema, ecco cosa è la nostra bella Italia, pizza, veline e scandali al sole. Si affidano a Corona, a Grillo, alla madonnina di Civitavecchia ma,
non sanno cosa sia ciò di cui si parla oggi. Fatemi capire come si può pretendere che possano immaginare, cosa succederà nei prossimi trent'anni e di conseguenza investire i loro miseri eurini?
Ora torniamo ai radicali, che qualcuno, senza far nomi e cognomi, Adriano Sofri, ha definito dei "veri cristiani". Ohhhh che "puro di spirito" e da che puplito viene la santa predica; i radicali, dicevo, si oppongono ad un miglioramento, a favore dei meno abbienti, del Welfare. Non si tocca, per carità, la coca è roba solo da ricchi politicanti che sanno di muffa e dai visi incartapecoriti, loro non sciorinano i panni con nessuno. Anzi, a dire il vero, nel caso dei radicali, li sciorinano sì, ma con il miglior offerente.
Prodi dice: Un Pd forte farà forte il Governo! Certo come no! Se il Governo farà forte il PD! Tanto si sa, la politica è compromesso no?
Ecco ora sono tutti "compromessi". E ancora Prodi, che mente illuminata e che dio lo protegga in eterno, dice ai giornalisti: "Mi fate sempre le stesse domande. Ma c'è sempre un dopo? Non c'è mai un oggi?" Ma scherziamo? La prima cosa che ho imparato è che la politica è lungimiranza, non vivere alla giornata con escamotage e piccoli trucchetti da maghetto Merlino.
E Confindustria? Eh eh eh! Ritiene che oltre il 76% delle tasse affibbiate agli imprenditori di medie e grandi imprese siano "ingiuste". Vuoi vedere che la rivoluzione partirà dai ricchi?
Tanto, più in controtendenza di così...si muore.
Meno male che c'è la Fiom-CGIL, unica nota stonata in questo marasma, pure il segretario nazionale le va contro. Ma per me, è musica dolce per le mie orecchie, attualmente la paragonerei alla bellissima terza sinfonia in mi bemolle di Beethoven, "l'Eroica".
Spero vivamente che questo Governo crolli prima di subito, che la destra, quella di Rauti, altro incartapecorito, ma si sa che l'erba cattiva non muore mai, prenda il potere e che finalmente, dopo defezioni, confini, olio di ricino, censura, leggi raziali contro gay, tossicodipendenti, Rom, extracomunitari, e cose varie, si risveglino i neuroni della gente. Attenzione è "SEVERAMENTE VIETATO RIPRODURRE NEURONI IN LABORATORIO" o, la chiesa informa: "finisci dritto da Belzebù".
Io, investo su questo futuro, non so se ci sarò ancora considerati i picchi di pressione alta che mi rovinano molte giornate e, constatato che, sono tenera erba, fresca e verdeggiante ma soprattutto benevola...lascio a Voi il finale.

P.S. Per una "mortadella" che fa un tonfo è necessario il materassino di salvataggio o cade sul già sul morbido?

La foto è stata scattata da me, in un mattino d'ottobre di qualche anno fa!
Non si può prelevare!

Acerra 13 ottobre 2007

Acerra 13 ottobre 2007 manifestazione contro il piano rifiuti
Fino all’ultimo respiro No Pasaran! Jatevenne!

http://www.globalproject.info/art-13320.html

Andate sul sito e leggete l'articolo del Global Project di Napoli.

domenica 30 settembre 2007

Le avventure del Che...Terza puntata

Il Che, iniziò molto presto a viaggiare, Prese una bici e ci adattò su un motorino di fabbricazione italiana, un “Cucciolo”.
Da Buenos Aires, partì il primo gennaio, lasciando desolati i suoi genitori. Studiava sotto gli alberi ( beh io sotto gli alberi ci medito e ci studio).
Durante questo periodo ne capitarono di tutti i colori al giovane Ernesto; si fece rimorchiare, scoppiò e cadde malamente, dormiva sul ciglio della strada, chiese passaggi ad alcuni camionisti.
Dopo un mese raggiunse il lebbrosario dove lavorava il suo amico Alberto Granado. Rimase con lui alcuni giorni e poi ripartì alla volta dell’Argentina del nord.
Scalò la cordigliera e arrivò pedalando a Mmendoza dove abitava la zia Maruja che, non lo riconobbe, talmente era sporco. Il tutto gli era costato la fatica di quattromilacinquecento Km. Beh per un asmatico è “accettabile”.
Però la più bella delle sue avventure fu, la traversata dell’America del sud in motocicletta con il suo amico citato prima, Alberto Granado. Durante il viaggio, conobbero la povertà e la fame, non solo la loro, ma soprattutto quella degli abitati di quelle zone. Dopo che la moto si fu , definitivamente, rotta, arrivarono in un lebbrosario nei pressi di Lima, in Perù, dove, conobbero il dottor Pesce, di fede comnista. Li accolse e li nutrì. Ancora una volta ripartirono ed approdarono in un altro lebbrosario a San Pablo, dove restarono molto tempo. Lì, Ernesto ed Alberto giocavano a pallone con i lebbrosi, li curavano e ne diventarono più amici che medici. Fu lì, che una sera, la sera del suo compleanno, il Che volle riuscire ad attraversare il Rio delle Amazzoni che in quel punto era largo circa 4,5 Km. Alberto tentò di fermarlo ma...chi poteva fermare il cuore e la mente di chi sarebbe divenuto il più ardito e puro dei rivoluzionari del nostro tempo?....continua

sabato 29 settembre 2007

Birmania Libera!



Nota: questo è un nuovo tipo di protesta on-line che usa i blog per diffondere una petizione a livello globale. Per partecipare, aggiungi il tuo blog seguendo le istruzioni che troverai in questo post.

Questa non è una questione di partiti politici, questo è un problema di diritti umani basilari e democrazia.

Per piacere aiutate a prevenire una tragedia nella Birmania/Myanmar aggiungendo il vostro blog e chiedendo ad altri di fare lo stesso. Facendo circolare questo meme attraverso la blogosfera probabilmente potremmo portare più sensibilità sul problema ed evitare una seria tragedia.

Come cittadini del mondo, questo è qualcosa che i blogger possono fare per aiutare.Come partecipare. 1. Copiare questo intero post nel tuo blog, compreso questo numero: 1081081081234;2. Dopo alcuni giorni puoi cercare con Google il numero 1081081081234 per trovare tutti i blog che partecipano a questa protesta e petizione.Nota: Google indicizza i blog a differenti livelli, per cui è possibile che ci voglia più tempo perché il tuo blog appaia tra i risultati. Indipendentemente dalla traduzione il numero rimane identico e perciò valido.

La situazione nella Birmania/Myanmar ci riguarda tutti.Non c'è libertà di stampa nella Birmania/Myanmar e il governo ha incominciato a bloccare Internet e altri mezzi di comunicazione, per cui è difficile ottenere le notizie dall'esterno. Singole persone sul campo stanno mandando i loro comunicati alla BBC e sono sconcertanti. Vi incoraggio a leggere questi resoconti per vedere da voi quello che sta succedendo nella Birmania/Myanmar (in inglese). Qui, invece, le notizie raccolte da Google in italiano sulla Birmania.

La situazione nella Birmania/Myanmar è sempre più pericolosa. Centinaia di migliaia di protestanti pacifici e disarmati, compresi monaci e monache, stanno rischiando le loro vite marciando per la democrazia contro una dittatura impopolare, ma ben armata che non si fermerà pur di continuare il suo dominio repressivo.

Mentre i generali al potere e le loro famiglie sono letteralmente grondanti di oro e diamanti, la popolazione della Birmania/Myanmar è impoverita, privata dei diritti umani basilari, tagliata fuori dal resto del mondo e sempre più sotto la minaccia della violenza.Questa settimana la popolazione della Birmania/Myanmar si è sollevata collettivamente nella più grande dimostrazione pubblica contro la dittatura militare dominante da decenni. È una dimostrazione di coraggio, decoro e democrazia attiva sorprendente. Ma nonostante queste proteste siano pacifiche, i despoti militari stanno incominciando a reprimerle con la violenza.

Ci sono già state almeno alcune morti confermate, e centinaia di feriti gravi causati dagli scontri tra soldati e cittadini disarmati.In numero attuale di vittime e feriti è probabilmente di gran lunga peggiore, ma le uniche notizie che abbiamo vengono da singole persone che riescono a far passare i loro resoconti attraverso il cordone imposto dalle autorità. Sfortunatamente sembra che presto potrà esserci un bagno di sangue su larga scala, e le vittime saranno per lo più donne, bambini, gli anziani e i monaci e monache disarmate.

Contrariamente a quello che i governi birmano, cinese e russo hanno affermato, questo non è solo un problema di politica interna, è un problema di importanza globale e colpisce la comunità globale. Come cittadini interessati non possiamo permettere che qualunque governo, in nessun luogo al mondo, usi la sua forza militare per attaccare e uccidere cittadini disarmati che stanno dimostrando pacificamente.In questi tempi moderni, la violenza contro civili disarmati non è accettabile e se è permesso che accada, senza serie conseguenze per i suoi perpetratori, questo crea un precedente perché succeda ancora da qualche altra parte.

Se vogliamo un mondo pacifico, spetta ad ognuno di noi opporre resistenza personalmente contro questi problemi fondamentali, dovunque essi si presentino.Per piacere unitevi a me nel chiedere al governo birmano di negoziare pacificamente con i suoi cittadini, e alla Cina di intervenire per prevenire ulteriore violenza. E per piacere, aiutate a sollevare l'attenzione degli sviluppi della Birmania/Myanmar così che sia possibile evitare un disastro umano su larga scala.

Grazie.

Grazie a Mario l. per la traduzione in italiano dell'originale in inglese



nota: utilizzerò questo post come se fosse un meme o una catena di S.Antonio. Nomino 3 blogger

1) Andrea

2) Mao7

3) Faraluna

venerdì 28 settembre 2007

Che Guevara Seconda puntata

Fu influenzato molto dalla madre, Celia De la Serna. Da lei prese il coraggio di affrontare qualsiasi pericolo. Anche il padre influenzò il carattere ribelle nei confronti delle sopraffazioni e l’odio nei confronti di chi era più debole. A tre anni, a causa di un bagno nelle acque fredde del fiume, si ammala d’asma, malattia che lo accompagnerà per tutta la sua breve ma, intensa vita. Frequentò la scuola pubblica, povera e ci andava, quando poteva, visto che, spesso si ammalava.
Gli piaceva molto la compagnia degli amici di scuola e, nonostante l’asma durante i giochi riusciva pure a vincerli.
Lo soprannominarono “ chancho”, che vuol dire maiale, perché si lavava di rado. Riuscì a portare una maglietta di rugby per venticinque settimane senza mai lavarla (n.d.a).
A diciotto anni fu richiamato per il servizio militare, ma fu riformato sempre a causa dell’asma.
Le sofferenze di sua nonna Ana, lo portarono alla decisione di iscriversi in medicina. Sognava di diventare un ricercatore famoso. Beh famoso, di certo, lo è diventato.
Usava un look trasandato e se ne infischiava dei commenti della gente. Anche a lui piaceva stupire e scandalizzare. Indossava addirittura scarpe di diversa misura e colore e non metteva mai la cravatta.
Entusiasmo per la vita e forza di volontà sono state le due costanti del suo carattere.

Beh, è una delle tante cose che ho appreso leggendo di Che Guevara. Forse, anzi è certo, che mi sono rimessa a correre dopo quegli interventi e quella brutta cosa alla mia zampetta, prendendo esempio a lui.
Grazie Che...

Hasta sempre Comandante

giovedì 27 settembre 2007

Biografia del Che Prima puntata

Da un'intervista durata diversi giorni da parte di Conte Bagagli F. Lafontain al Che. Titolo del libro "Che Guevara" Conversando con il Che.

Portorico di casa Calamina, Bolivia 12 novembre 1966. Il Che seduto su uno sgabello, un sigaro in bocca, "La Rivoluzione permanente" di Troskji per terra accanto asè.

Conte Bagagli: Buenas tardes, Che, La ringrazio dell'opportunità che mi dà di farle un'intervista.

Che: Deve averne fatta di strada per trovarmi. Siamo in un paese molto lontano per lei che è italiano, ed in una località remota. Complimenti!

Conte Bagagli: Vorrei che mi raccontasse la storia della sua vita, fin dall'inizio.

Che:Si può fare. Non ho ancora ottanta anni. Sono nato nel 1928, il 14 agosto, a Rosario in Argentina. Trentotto anni si possono raccontare in poco più di un'ora se nessuno ci disturba. La qual cosa è improbabile. Comunque cominciamo. E' bello tornare indietro nel tempo. E poi i giovani devono sapere cosa cerca il Che.

mercoledì 26 settembre 2007

MEMORIAL ERNESTO RAPHAEL GUEVARA...EL CHE

Da oggi, fno al 9 di ottobre, molti compagni parleranno di Ernesto Guevara "El Che".
A quanrant'anni dalla sua morte, è più vivo che mai nel cuore di noi compagni che da lui prendiamo la forza di combattere ancora per i diritti, la libertà e l'eguaglianza tra i Popoli.

Hasta siempre Comandante

lunedì 24 settembre 2007

Siamo al tracollo o sbaglio?

E' di pochi giorni fa, la notizia che un procuratore ed un pm di Cosenza sono stati immediatamente trasferiti, in via cautelare, per ordine del Ministro della Giustizia.
Vediamo di fare un pò di luce su questo fatto.
De Magistris, PM, ha portato avanti, in questi anni, varie inchieste scottanti, come quella delle connivenze tra politici, avvocati e magistrati con la malavita della Regione Calabria.
Questa suo lavoro, certosino e scrupolosissimo, portò al trasferimento di due magistrati e al decadimento dalla magistratuta per un procuratore capo.
Nel 2005, l'inchiesta denominata "Poseidon" che riguardava il presunto, non risultato tale, giro di affari gestito con vere e proprie quote nominali da personaggi del centrosinistra.
Oh! Che premura ha avuto il Guardasigilli? Di cosa si preoccupa? Tanto i nomi verranno comunque fuori no? Però, c'è una cosa, anzi due che mi risultano anomale, oltre al comportamento che mi sa di abuso di potere, di questa storia.
Primo, come mai la destra avrebbe potuto attaccare la sinistra ed invece FI dichiara:"Andiamoci piano con i nomi" e, incalza AN:"De Magistris ha fatto sempre inchieste che non hanno mai portato a nulla!"; chiaro che di conseguenza arriva un plauso per il comportamento di Mastella.
La seconda cosa è che la sinistra o meglio, quella che per tale si fa passare, non commenta quasi nulla a tal proposito, lasciando parlare solo membri del CSM ed invece tutti vanno addosso a Ferrero perchè parla, almeno per una volta di "veri e significativi" passi in avanti a favore dello stato sociale?
Qui c'è qualcosa che non mi confinfera.
Casini da disponibilità a far proseguire il Governo fino al 2009 a patto che si vada alle elezioni insieme alle europee.
Cosa succede? Stanno un'altra volta facendo la danza dove le dame si cambiano pur restando le stesse a ballare?

Sempre più incaxxata, sempre più convinta che i partiti, qui sto cominciando ad essere d'accordo con il Grillo, non esistano più ma, al contrario esistano solo i Nomi e i Cognomi che presto, ahimè, controlleranno il nostro paese.
Un in bocca al lupo a tutti!

sabato 22 settembre 2007

Hanno nuovamente scoperto l'America!


In questi giorni, si svolge a Venezia, la Terza Conferenza Mondiale sulla Scienza.

Ho seguito tramite pc alcuni passi di questo evento importante che, dal titolo pare chissà che ed invece, non sembra altro che una minestrina scaldata in un nosocomimio.

Perchè? Cavoli non so se farvi ridere o piangere ma, per diritto di cronaca lo dico e poi voi farete le dovute considerazioni.

Proprio ieri è stato trattato quest'argomento: Energy: environment & health. Si discute sui cambiamenti insorti nell’ambiente, nel clima, nella vita quotidiana degli uomini a causa delle immissione di anidride carbonica dovute all’uso di combustibile fossile.

La premessa è davvero una novità strabiliante :


The burning of fossil fuels really got underway with the industrial revolution, and has continued at an increasing pace to the present day. Carbon dioxide, released into the atmosphere by burning, is a major greenhouse gas, and according to some studies, appears to be provoking climate change on a massive scale. There will be changes in the atmosphere, the oceans and terrestrial ecosystems that will profoundly affect the lives and health of ordinary people, the world economy, and the well-being of the planet.These far-reaching effects of past and future energy use will be discussed: the projected climate changes and their consequences will be examined, including their effects on biodiversity, individuals and humanity as a whole.


Traduzione:

La nascita di combustibili fossili sotterranei ha realmente ottenuto scopo con la rivoluzione industriale ed è continuato a un passo crescente al giorno d'oggi. Il biossido di carbonio, rilasciato nell'atmosfera bruciando, è un gas di serra principale e secondo alcuni studi, sembra provocare cambiamento di clima su una scala massiccia. Ci saranno cambiamenti all'atmosfera, agli oceani ed ecosistema terrestre che influiranno profondamente sulle vite e sulla salute di persone comuni, dell'economia mondiale (meno male che non saremo solo noi poveri essere comuni) e il benessere del pianeta. Saranno discussi questi effetti di vasta portata di uso dell'energia passato e futuro: i cambiamenti di clima programmati (cominciate a comprare pellicce, preferibilmente ecologiche o mi mollo due sberle per ogni animale ammazzato e, dipende dalle zone, le tende da piantare nel deserto) e le loro conseguenze saranno esaminate, tra cui i loro effetti su biodiversità, i loro individui e la loro umanità in generale.


Grazie per la chiarificante ed illuminante introduzione...non lo sapeva nessuno! Tranne i pochi intimi naturalmente Tronchetti Provera, Veronesi e Cini. Sono state le loro tre fondazioni ad organizzare l'evento.

Meno male che le notizie girano e "le fanno anche girare"!


Foto: Lapresse

Ciao

giovedì 20 settembre 2007

90 bombe atomiche in Italia


Il 9 luglio 1990, viene approvata la legge 185 sulle "NUOVE NORME SUL CONTROLLO DELL'ESPORTAZIONE, IMPORTAZIONE E TRANSITO DEI MATERIALI DI ARMAMENTO".

Dopo 17 anni si scopre, grazie allo studio di un analista statunitense, Hans Kristensen del Natural Resources Defence Council di Washington e il cui titolo è "Us nuclear weapons in Europa" che, in Italia ci sono ben 90 bombe atomiche.

E' noto che l'Italia è uno dei paesi che ha firmato i trattati di non proliferazione e nonostante la legge di cui sopra e per ultimo, nonostante il nostro Paese abbia dichiarato apertamente di non far parte del "club atomico", con tutto ciò che ne potrebbe derivare.

Ma si sa, che in Italia, tutto si può ed infatti eccoci al sodo della questione:
50 bombe sono stipate nella base di Aviano e le altre 40 a Ghedi, in provincia di Brescia. Nella stessa provincia di Brescia ci fu una lotta durissima contro una fabbrica della zona che costruiva mine antiuomo.

Com'è possibile tutto ciò? Semplice! Un accordo segreto stipulato tra gli USA e l'Italia rinnovato nel 2001, quindi ben 11 anni dopo la legge 185.
Un bravo scenziato, William Arkin, ha rivelato anche il nome dell'X file che "X" non è più; nome in codice Stone Ax (Ascia di Pietra).

Grazie a tutti i vari governi che si sono succeduti in questi 17 anni e che avrebbero dovuto riferire in Parlamento, tramite il Presidente del Consiglio dei Ministri, ogni 31 marzo di ciascun anno "IN ORDINE ALLE OPERAZIONI AUTORIZZATE E SVOLTE ENTRO IL 31 DICEMBRE DELL'ANNO PRECEDENTE".
a partire dalla data della pubblicazione della legge in G.U.!

"Yenkee go home please"

A.S.

martedì 18 settembre 2007

Il Grillo parlante.


Pinocchio è una delle favole più belle ed istruttive che siano mai state scritte.
Grazie Collodi per avercela regalata. Ci fa ridere, piangere e riflettere allo stesso tempo.
Il primo libro che mi fu regalato fu proprio “Pinocchio”, lo tengo come una specie di reliquia perché ci sta la dedica di mio nonno, il grande tesoro della sottoscritta.
In questa dedica c’è scritto di andare sempre dritto per la propria strada senza mai dar retta a chi vuol portare fuori strada.
Lo lessi con passione, avevo quasi sei anni, ma leggevo e scrivevo, mio nonno era un insegnante e nel pomeriggio si dedicava solo a me.
Ora neanche a farlo di proposito, una delle parti che mi colpì di più fu proprio, la morte del grillo parlante, schiacciato da ciò che gli tirò contro Pinocchio.
Pensai: che cattivo che è Pinocchio! Uccidere un povero grillo!
Non riuscivo a capire che il grillo, parlando in quel modo aveva rotto le scatole al povero burattino, immaturo e tanto pieno di se da credere che nessuno poteva dargli consigli saggi.
Torniamo ai giorni nostri. Beppe Grillo, può essere definito il grillo parlante della politica?
Ma per cortesia! Si chiamerà anche “Grillo” ma, secondo me la parte del pinocchio la fa lui.
Insomma sì, sta mirando a qualcosa. Si vuol rifare su quello che gli è successo anni fa?
Il cacciato vuol diventare “cacciatore” e non c’è peggio di una belva inferocita che cerca vendetta. Una cosa, purtroppo, è vera, secondo me, in altre parole, che Grillo ha la capacità di intrattenere le folle. Provate a fare il paragone tra un comizio di un qualsiasi grosso politico ed una sua esibizione in qualsiasi Piazza d’Italia. Il paragone non regge! Per il politico, la gente se ha da stare al mare, ci resta; per il Grillo s’imbellettano tutti e via a ridere insieme al comico che vuole smuovere le masse.
Le Masse, che parolone! Inconsciamente, ho utilizzato la “M” e non la “m”!
Per me le Masse sono importanti e da rispettare, Grillo le rispetta o le buggera con la sua maestria da saltimbanco? Insomma vuol prendere la gente per il naso? Se così fosse, scusate, ma cosa, eventualmente, potrebbe cambiare?
Un bel nulla! Ognuno di noi è bravo a fare il prestigiatore. Berlusconi, agitava la mano destra e intanto afferrava con la sinistra, Prodi sta usando tutte le mani possibili per fare un bel polpettone che sa di matrimonio in crisi, già prima della cerimonia e Grillo usa la sua arte oratoria da comico incallito.
Non saprei davvero chi dei tre mi fa ridere, anche perché in realtà mi fanno piangere. Piangere per tutta quella gente che grida un silenzioso aiuto, pronti ad aggrapparsi ormai a tutto ciò che galleggia.
Sinceramente preferisco annegare tra le onde del profondo mare.

Alla prossima ...

A.S.

giovedì 13 settembre 2007

Anche la Chiesa è spaccata

Riporto un articolo, questa volta non mio, su quello che sta succedendo in questi giorni tra vescovi e cardinali. Non si può certo dire che la Chiesa rappresenti l'unica cosa "unita" in questo periodo di congiungimenti per opportunismo, alleanze trasversali, e casini, anche Casini vari.

"Mentre entra in vigore in tutto il mondo la messa in latino"

A Livorno la Chiesa
apre la cattedrale ai Rom

Fulvio Fania

Domani andranno in scena due chiese, una conciliare aperta ecumenica, l'altra tradizionalista e sanfedista. A Livorno le porte della cattedrale si apriranno ai rom arrivati da ogni parte d'Italia e dall'estero per i funerali dei quattro bambini bruciati nel rogo delle loro baracche. Sull'altare non ci saranno preti cattolici ma un vescovo e tre sacerdoti ortodossi romeni. Monsignor Paolo Razzauti, che da nove mesi regge le sorti della diocesi livornese in attesa che venga nominato il nuovo vescovo, non ha avuto esitazioni. «Se c'è una realtà che vive una tragedia del genere - ci ha detto nell'intervista pubblicata a pagina 7 - non vedo perchè non dovrei aprire la cattedrale, che è la casa di tutti, a chi ha bisogno, senza distinzioni». Lo avrebbe fatto anche se i bimbi fossero stati musulmani. E questa è la dichiarazione più eclatante rispetto alle cautele e i timori che la Cei ha sempre manifestato a riguardo dell'ospitalità ad altre religioni nelle proprie chiese. Cambio scena: sempre domani nel santuario di Loreto che Benedetto XVI ha visitato all'inizio di settembre il cardinale Dario Castrillon Hoyos celebrerà la messa tridentina, quella in latino secondo il messale di Pio V, il papa della vittoria di Lepanto sui turchi, riveduto all'epoca di Giovanni XXIII giusto per cancellare l'espressione "perfidi giudei". Nella stessa giornata, infatti, in tutto il mondo tornerà la liturgia pre-conciliare, senza particolari autorizzazioni, libera su richiesta di fedeli o iniziativa dei preti. Entra in vigore il "Motu proprio" che Ratzinger ha emanato il 7 luglio. I gruppi lefebvriani esultano, ancor più quella parte che non ha voluto rompere con Roma e ha continuato a premere dall'interno. L'associazione "Una voce", movimento di estrema destra nello schieramento ecclesiale e non solo, ha immediatamente colto l'occasione più ghiotta: festeggiare il grande ritorno proprio nel più importante santuario mariano del paese, con il porporato conservatore Castrillon che è presidente della commissione vaticana Ecclesia Dei preposta a far pace con gli scismatici di monsignor Lefebvre. Fortunatamente c'è un altro caso incoraggiante. Il presidente della Cei Angelo Bagnasco, come arcivescovo di Genova, ha liquidato il rosario contro la costruzione di una moschea organizzato ieri a Cornigliano dal locale circolo di Forza Italia con l'appoggio dei neofascisti di Forza Nuova. La Curia ha espresso «disapprovazione per ogni strumentalizzazione della preghiera mariana». Dunque, nessuna autorizzazione.

Commento:

Credo che sia lodevole l'iniziativa di Monsignor Razzauti per il quale, credo proprio ci sarà una bella tiratina di orecchie da parte del clero cattolico oscurantista. Poi mi chiedo, domanda inutile, come mai sii fa fatica a nominare un vescovo per Livorno? Forse perchè questa bella città, ha ospitato la nascita del Partito Comunista e si dice che siano tutti rossi, squadra di calcio compresa?
Ehhh sì! Credo sia proprio una domanda inutile la mia ma, questo non fa che dimostrare, quanta pochezza politica, perchè di questo si tratta, nella chiesa guidata dal tedesco Ratzinger.
La messa in latino poi! Ma si sono chiesti quanti, a partire da me non hanno avuto il privilegio di studiare questa lingua che al di là dell'essere una lingua, insegna anche molte altre cose?
Quanti capiranno cosa dice il sacerdote? Come al solito invece di progredire si regredisce in modo "strategico"; il non poter essere consapevoli, rende più forti chi vuole intrappolare per dominare.
Ma poi dico il diritto di culto dove diavolo è finito? Lo dice la Costituzione oppure la chiesa ormai ha nelle mani anche quella?
A Palermo, anni fa, una piccola chiesetta sconsacrata diventò una moschea io ci studiavo proprio sopra, poi sotto aprirono un ristorante tunisino dove si mangia benissimo. Insomma è bello vedere gente che invece di far la guerra prega ed invece di andare a rubare, lavora.
Mi sa, invece che il papa, stia facendo tutto il contrario per trovare punti di incontro tra le religioni. La cosa grave è che qualche politicante poco affidabile, anche dal punto di vista mentale, approfitti della posizione della chiesa per inneggiare all'odio raziale.

Speriamo che la ragione abbia la meglio e che qualcuno si renda conto a cosa sta portando questa situazione: Inch'Allah (se Dio lo vorrà).

A.S.

mercoledì 12 settembre 2007

Mario Borghezio arrestato a Bruxelles


No, non c'è più religione!
Come si fa ad arrestare uno come Mario Borghezio, europarlamentare della Lega Nord (meno male stavolta non ho sbagliato a scrivere), ex Presidente del GOVERNO DELLA PADANIA? (io di padano conosco solo il Grana"
Ehhhh, questa Europa è proprio senza limiti ormai!
Il povero Borghezio, era lì per l'anniversario del crollo delle Torri Gemelle, con un delizioso cappellino alla Napoleone ed un vistosissimo fazzoletto verde sega...ops...pardon, volevo dire lega e che fanno? Lo arrestano, mah!
Purtroppo per lui e tutti quelli come lui, la manifestazione era stata proibita dal sindaco Freddy Thielemans, per motivi di ordine pubblico.
Senza pensarci due volte, i poliziotti belgi, hanno fermato l'europarlamentare e lo hanno, delicatamente, caricato sul cellulare, portandolo direttamente al palazzo di giustizia. E' stato accusato di manifestazione non autorizzata "contro l'islamizzazione dell'Europa".
Povero Borghezio, sarà certamente stato un increscioso equivoco, pensava che anche in Belgio gradissero la "sega mentale" ed invece non è stato così!
Beh le solite ingiustizie della vita! Accidentaccio, quasi quasi gli pago la cauzione! :-)))

martedì 11 settembre 2007

Libertà di parola!


Oggi, 11 settembre 2007

ho scritto un articolo che ho inviato al giornale per il quale scrivacchio da un pò.
Sono le ore 19.40 e non è stato pubblicato, o come succede da un pò lo pubblicheranno a scoppio ritardato perchè ho mostrato, non solo di essere in gamba, Sergioberto mi sia testimone, ma, soprattutto perchè ho criticato spesso, in modo educato e costruttivo alcune idee del redattore capo che definirei più un " questa è casa mia e qui comando io". Beh, in definitiva ho letto spesso sue risposte ai lettori in questi termini.
Bene considerata l'ora posterò qui l'articolo con foto allegata.
Buona lettura.


Oggi, 11 settembre, si commemorano i morti negli attentati alle Torri Gemelle di New York, al Pentagono e coloro i quali si ribellarono ai dirottatori kamikaze per salvare la Casa Bianca. Un totale, ancora approssimativo dopo sei anni di circa 3700 morti.
Nessuno mai, dimenticherà quelle terribili immagini che resteranno impresse nella storia.
Certo, bisognerebbe pure ragionare su alcune cose che occorsero pochi giorni prima degli attentati e chiedersi se la CIA, davvero non seppe nulla di ciò che stava per accadere.
Oggi però, ricorre anche un altro avvenimento, destinato a restare nei libri di storia e vale a dire, il Golpe in Cile, da parte di Augusto Pinochet.
L’11 settembre 1973, tre anni dopo l’elezione di Salvador Allende che, proponeva non solo, riforme a beneficio dello Stato ma, anche molte nazionalizzazioni di grandi imprese, come quella del rame e dare la possibilità ai meno abbienti di avere sostegni economici.
Tra le cose pensate da Allende, anche la riforma agraria.
Chiaramente, il neo presidente tentò anche di rivedere le gerarchie militari e della polizia, proprio perché, da buon politico lungimirante, sapeva che, se qualcosa fosse accaduto, da loro sarebbero arrivati i pericoli.
E’ chiaro che, la politica di Allende, sia di stampo socialista ed è a causa di ciò gli Stati Uniti iniziano, non solo una pesante pressione diplomatica ma, anche economica.
Ad infiammare gli animi, anche l’ingerenza della Chiesa Cattolica Romana, che si preoccupava della riforma scolastica eventualmente valutata dal neo presidente.
Pian piano, durante i tre anni che precedettero il golpe di Pinochet, molte forze, occulte e non, si preoccuparono di mistificare ciò che Allende stava facendo per il suo Paese.
Nell’agosto ’73, i Cristiano Democratici e il Partito Nazionale, chiamarono in questione l’esercito cileno con la scusa che la loro Costituzione era stata prevaricata, politicamente stracciata.
In quindici giorni circa si arriva al Golpe di Pinochet. I caccia bombardarono il Palazzo Presidenziale dove Allende, come il capitano di una nave, pregò i suoi collaboratori di mettersi in salvo, ma, dove lui, restò seduto tranquillamente sulla sua poltrona, morendo così nell’attacco golpista.
Inizia così l’era Pinochet con la quale gli USA ottengono la fine, sul nascere della prima democrazia socialista eletta dal popolo senza alcuna pressione.
A cosa portò la dittatura di Pinochet?
Sicuramente, all’eliminazione di tutti quelli che, rappresentavano un pericolo per la sua dittatura. Intellettuali, giovani che facevano parte della sinistra di Allende, tutto il partito di Allende fu soppresso. Questa fu non solo la “politica”, se così si può definire del Cile di Pinchet ma contemporaneamente anche di altri Stati Latinoamericani come l’Argentina, Uruguay il Parguay.
In Argentina, si seppe subito dei “desaparecidos” e dei bambini tolti alle madri, perché donne di sinistra o intellettuali o, ancora mogli, figlie sorelle di coloro i quali rappresentavano "idee libere e contrastanti con quelle dittatoriali"; questi bimbi, alcuni dei quali partoriti in prigione, furono dati in adozione a famiglie legate al regime. Per quanto riguardò il Cile, si seppe solo alla fine degli anni ’80 quello che era successo.
Si contarono oltre 3000 morti, alcuni uccisi, altri fatti sparire per sempre, si conobbero le torture praticate su chi non condivideva questa dittatura e migliaia di persone incarcerate senza un motivo plausibile, almeno per uno "stato di diritto". La cosa raccapricciante è che alcuni Stati Europei, prima fra tutti l’Inghilterra, lodarono apertamente Pinochet, ridimensionando gli atti brutali che egli stesso aveva perpetrato ai danni della libertà di pensiero e di parola.
La lady di ferro, Margareth Tacher, ebbe anche la sfrontatezza di colpevolizzare i giovani di sinistra. Nessuna parola, ovviamente, sul fatto che nel ’73, proprio la civile Inghilterra, aveva inviato gli aerei per il golpe.
Fortunatamente, la democrazia in Cile è stata ripristinata ma, nonostante la revoca dell’immunità diplomatica al dittatore, per poterlo processare dei vari reati contestatigli, la fece franca perché definito infermo di mente, tranne che per l’uccisione in Argentina, tramite autobomba, del generale Prats, suo predecessore in qualità, appunto,di generale ed in seguito per frode fiscale, perpetrata durante gli anni della sua dittatura. Fu solo relegato agli arresti domiciliari. Si può affermare che giustizia non è stata mai fatta nei confronti di questo dittatore che ha lasciato il mondo all’età di 91 anni il 10 dicembre del 2006. La giustizia terrena è un conto, ma quella del “Cielo” è sicuramente un’altra.

A.S.


Nell'immagine il defunto Papa Giovanni Paolo II con Augusto Pinochet

sabato 8 settembre 2007

La lingua batte dove il dente duole.

Questo è il mio articolo pubblicato il 4 settembre 2007 sul giornale per il quale scrivacchio:

Ancora Dominici nelle prime pagine dei giornali.Pare che il dott. Leonardo Dominici si sia innalzato al ruolo di “sceriffo”, tralasciando momentaneamente, quello di sindaco. Afferma che dopo la galera per i lavavetri, adesso sarà il turno delle prostitute.Più che sulle prostitute, nel 90%, vittime di aguzzini, bisognerebbe indagare e perseguire pesantemente i racket che fanno tratta di carne umana e non solo femminile. L’altro 10%, rappresentato da prostitute “indipendenti” che, lavorando tristemente e sistematicamente in casa, non credo tolgano prestigio alla straordinaria città d’arte che è Firenze.
In ogni caso, l'accertamento di tutto questo è compito delle forze dell’ordine e della magistratura non certo della Polizia Municipale di cui il Sindaco è il responsabile.Il Presidente dell’ANCI ( Associazione Nazionale Comuni Italiani), ottimo biglietto da visita per chi aspira a cariche politiche più importanti, Leonardo Dominici, per difendersi dai numerosi attacchi, ricevuti in questi giorni, ha addirittura scomodato Vlad Lenin citandolo in lungo e in largo. Ricordo che, negli anni settanta chi parafrasava Lenin si beccava la galera, ora chi lo tira in ballo, indossa, anche lui una bella “ stella” ma, questa volta da sceriffo. Tolto Lenin, il sindaco di Firenze, ricorda in modo impressionante l’ex sindaco di New York, Rudolph Giuliani; di origini italiane, famoso per le forme di repressione da lui attuate e grazie alle quali però, la Grande Mela non è certo diventata né più pulita né, tanto meno, più sicura Il Dominici, parafrasando ancora lo statista sovietico, afferma che “l’estremismo è la malattia infantile del comunismo”.
Beh ergersi a sceriffo solo perché può emettere ordinanze sindacali non, fa di lui certo un personaggio meno estremo ma, sicuramente più dittatoriale. Propone: “Tolleranza zero”. Si sente forse eletto a palatino della democrazia in questi termini?Tutti noi conosciamo il caldo umido di Firenze ma, davvero può essere che si stia trasformando in...Mezzogiorno di fuoco?


Oggi, 8 settembre 2007 su Liberazione in terza pagina leggo la dichiarazione del sindaco di Firenze: "Non parliamo di sindaci sceriffi, di sindaci che si sostituiscono a questori e prefetti. Nessuno di noi vuole sostituirsi alla Polizia e alle forze dell'ordine"

Veltroni ci ripensa e torna al centro:«I sindaci sceriffi non servono»

Ops! quasi quasi gli mando un e-mail ringraziandolo per l'attenzione concessami ma, se vuole ancora che gli faccia propaganda si può anche attaccare al tram!

A presto

venerdì 7 settembre 2007

La classe non è acqua e neanche olio di ricino.

Carissimi,

non so davvero se essere divertita, impietosita o come al solito con gli occhi da baccalà lesso o stoccafisso sotto sale; fatto sta che da qualche giorno, qulcuno che scrive sullo stesso giornale, dove anch'io, ahimè, scrivo e che mi sta già diventando stretto, nonostante pubblichino tutto ciò che scrivacchio e riscuotendo anche un discreto successo, si è posto il problema sul perchè nessuno mai ha intitolato una via a Benito Mssolini o a Giorgio Almirante.
Ora ho risposto, lo giuro ed è verificabile, mettendo da parte per un istante le mie idee e facendo solo presente che, il primo aveva portato allo sfascio (nonostante il fascio) l'Italia, per non parlare degli ebrei italiani che furono deportati e dei soldati, anche loro deportati, che non aderirono alla Repubblica di Salò(uno di questi fu mio suocero che passò anni in campo di concentramento); per il secondo, Almirante, ammetto pure che il "politichese" lo parlasse fin troppo bene ma, che diamine, era stato redatore capo di un giornale antisemita!
Alla fine ultimavo il commento dicendo cosa avrebbero scritto sotto il nome? Vicolo Benito Mussolini: fascista che introdusse le leggi raziali in Italia per l'uno e Cortile Giorgio Almirante: politico ex redattore capo di giornale antisemita per l'altro? Entrambe strade private naturalmente per nascondere il più possibile la vergogna(questo lo scrivo qui).
Bene come al solito ho scatenato le ire dei fascisti!
Meno male che molti altri hanno fatto presente le ragioni per le quali non si può intitolare una via o una piazza a questi personaggi storici.
La cosa via via è andata surriscaldandosi ma solo da parte dei neofascisti perchè, noi compagni, come al solito siamo di altra pasta e rispondiamo educatamente e con fatti circostanziati.
Loro,annaspano tra insulti e ideologie, ahimè, antisemite e raziali.
Hanno insultato Gramsci, El Che, Togliatti e addirittura hanno detto che se gli ebrei sono andati incontro alla Shoah, fu solo perchè detenevano il potere economico.
Beh, scusate ma è stato più forte di me rispondere che, quindi adesso, sarebbe logico l'Olocausto degli americani, considerato il potere economico che adesso è nelle loro mani.
Poi, mi è stato chiesto, se così si può dire, come mai va bene una fermata della metro intitolata a Stalin. Ho fatto presente che Stalin, stravolse l'Ideologia comunista ma che, probabilmente avevano intitolato a lui qualcosa solo perchè aveva posato in foto con Roosevelt e Churchill.
Ho fatto presente per uno dei commentatori che l'apologia del fascismo è reato e che l'Art 3 della nostra Costituzione vieta ogni forma di razzismo: lo capirà? Certo che no!
Ora mi aspetto altri insulti e provocazioni ma ci sono abituata! Tanto che dire, che si commentano da soli? Avendo fatto politica per anni, so bene che, per fortuna essere di destra non è sinonimo di cattiva educazone o di violenza ad ogni costo. Figuratevi che mio compare di nozze vota AN:-))))!
Purtroppo, però, ho anche l'esperienza, negativa, di un emerito stronxo che, non solo mi è entrato nel pc e si spacciava per poliziotto ma, che, minacciò me e la mia famiglia apertamente davanti a testimoni, tanto si nascondeva dietro un monitor: che fegato eh??? Beh, diciamo solo che l'ho fatto rimuovere dall'incarico che aveva dove lavorava, ora invece di attaccarsi al pc otto ore al giorno, s'attacca al treno per fare il pendolare ogni giorno e raggiungere il nuovo posto di lavoro.
Le idee sono libere ed opinabili ma bisogna discuterle sempre nel massimo rispetto l'uno nei confronti dell'altro.
Per fortuna c'è chi ha questo insegnamento, altri, purtroppo, hanno solo l'esempio dell'olio di ricino.

A.S.

mercoledì 5 settembre 2007

Le "reliquie" del CHE


Quell'emerito pezzo di carogna vivente di Gustavo Villaldo, ex agente Cia (sputacchio un pò sopra a questo nome), cubano che, nel 1967, catturò Enrnesto Guevara de la Serna detto EL CHE, metterà in vendita, a Dallas, città del petrolio, dei casinò, dei porci capitalisti americani ubriachi di dollari e burbon, i capelli del nostro amato Che. Lo farà il 25 di ottobre, anno e mese in cui ricorre il quarantesimo anno dalla morte del più "puro" tra i rivoluzionari di ogni tempo. Non solo Villaldo, è complice della morte del CHE ma, adesso alla fine della sua vita vuole fare quest'ultimo atto di ingiuria a Che Guevara e a tutti coloro che come noi lo hanno scelto come insegnante di filosofia di vita. Non posso andare a Dallas ma, spero che Mister Villalda possa crepare da qui al 25 di ottobre; le vie del Signore, si sa sono infinite...ne prendesse una giusta per andare a quel paese definitivamente. Magari, chissà, una meteora potrebbe colpire casa sua, così i capelli del Che, finiranno nel firmamento raggiungendo in tal modo la "Stella" più luminosa: Ernesto Guevara de la Serna ...EL CHE!


Hasta Siempre Comandante

lunedì 3 settembre 2007

La mamma dei cretini è sempre incinta

Di solito inizio i miei post, scrivendo " cari amici bloggers",

oggi non so fino a che punto posso generalizzare perchè, dietro a chi si è permesso di offendere la mia Cara ESIDRA, si può nascondere chiunque.
Quindi a prescindere, mi scuso con chi di Voi, non è responsabile di questo tipo di "violenza informatica".
Sì, perchè io la definsco tale "violenza informatica". Si possono avere ideee contrastanti, diverse del tutto ma, ciò non giustifica affatto un cmportamento scorretto e denigratorio nei confronti di un altro blogger.
Esidra non ha mai fatto del male, anzi, i messaggi che lei trasmetteva erano e spero continueranno ad essere, pieni di umanità e di amore, Amore Universale, quello che purtroppo molti non conoscono e non conosceranno mai.
A chi ha potuto dar fastidio? Sicuramente a qualcuno il cui QI è sottozero.
Ma questo giustifica attacchi poco educati? Certo che no, per cui sono costretta a dire che oltre ad un QI sottozero, questo\a individuo losco deve essere anche un grandissimo maleducato.
Non credo sia giusto perdere una blogger come Esidra per un tizio simile.

Appello alla cara Esidra: Non fare vincere il male Esidra, è quello che ti attacca! RESISTI perchè noi siamo con te.

Appello al losco individuo: Perchè invece di attaccare Esidra, non vai a farti un bagno freddo, magari aggiungendo anche qualche cubetto di ghiaccio, non si sa mai ti si calmino i bollenti spiriti?

Domani sarà il giorno della Hola ricordate? La Mia HOLA sarà tutta per Esidra, campionessa di bontà e amore!

Scrivete ad Esidra affinchè torni a postare come sempre, la vogliamo tra noi come ogni giorno!

Siamo con lei sì o no?

Io dico di sì!

ESIDRAAAAAA TORNAAAAAAAAAAAAAA :-)

( di solito non posto mai la stessa cosa anche su tiscali ma, oggi lo ritengo fondamentale)

Ciao

mercoledì 29 agosto 2007

Firenze apre la caccia ai lavavetri. Ecco la sicurezza targata Piddì

Ritanna Armeni.

La notizia arriva da Firenze. Secondo un'ordinanza del comune (di centro sinistra) i lavavetri possono rischiare fino a tre mesi di galera. L'idea - a quanto pare - è piaciuta subuito ad un altra amministrazione di centro sinistra. Michele Emiliano, sindaco di Bari, ha annunciato che procederà anche lui in questa direzione mentre il sindaco di Torino Sergio Chiamparino ha fatto sapere che assumerà tutte le informazioni per verificare se un'ordinanza simile è possibile anche nella sua città.I lavavetri. Questa la nuova emergenza dell'estate 2007. L'aspirante segretario del futuro partito democratico Walter Veltroni se ne è fatto subito carico. E' una questione nazionale, ha detto, e quindi non possono essere i singoli comuni a pensare di risolverla. Ci vuole una soluzione organizzata e simile per tutte le città. I lavavetri. Allora questo il nuovo pericolo da combattere. La cosa ci indigna, ma non ci stupisce. Sono mesi che dai ministri, sindaci, amministratori, segretari di partito e aspiranti tali del centro sinistra vengono messaggi che contengono la stessa matrice culturale, la stessa intenzione politica. Abbiamo sentito che per la sinistra la ricchezza non deve essere un nemico. Senza neanche porre il dubbio che qualche volta la ricchezza di alcuni si costruisce sulla povertà di altri. Che i precari vengono prima degli operai. Come se il problema oggi fosse fare una gerarchia fra chi sta male e chi sta peggio. Che i sindacati difendono troppo i lavoratori. E qui si è sfiorato il ridicolo: che cosa dovrebbero fare? Abbiamo sentito dire che la precarietà non è una bella cosa, ma che le leggi sul mercato del lavoro alla fin fine vanno bene. Ci hanno assicurato che i rom saranno allontanati dai centri cittadini con le buone o con le cattive maniere. Che la sicurezza viene prima di tutto e che non è di destra nè di sinistra. L'elenco è lungo, ma ci fermiamo qui per porre una domanda. Perchè questa sfilza di dichiarazioni e di prese di posizione? Che cosa c'è dietro questa ossessione di tanti esponenti del centro sinistra di mostrare che hanno abbandonato ogni posizione diversa da quelle di destra? C'è chi vi ha visto una grande voglia di centro, il desiderio di cambiare gli equilibri politici, l'intenzione di andare ad un governo che scarichi la sinistra radicale e apra ai moderati. Per fare tutto questo è importante mandare segnali di cambiamento, mostrare che si è disponibili ad affrontare i problemi sociali in modo moderato e responsabile.Probabilmente c'è del vero. Ma non basta a spiegare. Quest'estate, infatti, nel grande circo del dibattito politico che ha avuto al suo centro la nascita del partito democratico non c'è stato solo uno spostamento di posizioni in senso moderato o conservatore. Non abbiamo assistito solo al tentativo, persino legittimo, di spostare un elettorato ed una opinione pubblica diffidente nei confronti della sinistra. Quel che è avvenuto è più profondo e più grave. E' maturata in questi mesi nello stillicidio di dichiarazioni, nell'abbondanza di prese di posizione e di interviste una "cultura politica", un'ideologia che si propone con forza e anche con una sua dose di violenza. L'"emergenza lavavetri" è infatti un messaggio innanzitutto ideologico. Non è una soluzione politica, né amministrativa, né di buon senso. Un buon amministratore, infatti, sa che chi non può più recuperare qualche spicciolo davanti ai semafori finisce più facilmente a fare lo spacciatore. Un politico dovrebbe aver chiaro che non è il caso di riempire le carceri italiani di lavavetri. Chiunque abbia un po' di buon senso dovrebbe pensare che non si può mettere in galera chi al massimo procura qualche fastidio o può essere maleducato. Il messaggio ideologico invece è chiaro. Ai problemi posti dalla società non c'è una risposta di sinistra, c'è solo l'accoglimento e l'allargamento delle risposte di destra. Non è strano né casuale che gli esponenti della Lega plaudano all'emergenza lavavetri e alle nuove ordinanze comunali.E ancora, più in generale si manda a dire che non esistono risposte di destra e risposte di sinistra. Esistono "risposte". E siccome quelle di destra sono belle e pronte e si fondano sulla paura, sulla istintiva difesa delle grandi e piccole comodità della vita quotidiana, sul rifiuto di chi ha meno, di chi è ai margini del proprio benessere, ecco che quelle risposte diventano le uniche, assumono un carattere oggettivo e neutrale.L'"emergenza lavavetri" non riguarda solo quei migliaia che chiedono qualche spicciolo dando in cambio il lavoro che possono dare. Riguarda la sinistra. Anche per chi si ostina a cercare a sinistra ormai è emergenza.

Questo articolo lo trovate su "Liberazione" del 29 agosto 2007

Considerazioni:

Ecco quello che da tempo qualcuno di noi immaginava, si sta verificando.
Non solo le linee che delimitano le differenze tra la destra e la sinistra si stanno affievolendo ogni giorno di più ma, visto che trattasi di governo di centro sininistra, trovo che sia oltremodo vergognoso.
Per quanto riguarda i lavavetri, rispondo a quell'emerito coglione del sindaco di Firenze, se lo ha definito tale Berluskoni, avrà indossato la famosa maglietta come tutti quanti noi, dico che sarebbe più importante scoprire come mai nell'Arno si trovano quantità di cocaina di gran lunga superiori a quelle trovate nel Tamigi. Immaginate un pò la proporzione tra Londra e Firenze.
Per il resto, stranamente, oggi sono d'accordo con le parole pronunciate dal Presidente della Camera Fausto Bertinotti, che invita a non andare contro i più deboli della catena, bensì contro i racket che ci sono dietro.
Troppo facile prendersela con i pesciolini indifesi...catturate "lo squalo" se ci riuscite. Dove diavolo sono finiti i prefetti di ferro e i generali di acciaio inossidabile?
Per quanto riguarda i Rom che stanno per essere allontanati dai centri cittadini, credo che la cosa a poco servirà; sono comunque liberi di circolare, a meno che non li si porti, come fece Hitler, nei campi di concentramento. La cosa non mi stupirebbe affatto. Il Ministro Ferrero di Rif. Com. ha un propgramma di recupero per queste persone che, hanno una loro identità e che potrebbero essere, come capita già in molte realtà, forza lavoro per il nostro Paese? Oppure dicono anche a lui di essere troppo di sinistra per fare il ministro in questo governo? Guarda che se notate bene sulla giacca blu ha l'impronta di una scarpa. Di chi potrebbe essere? Fassino? Rutelli? Mastella? I RIS di Parma vanno di moda..chiamiamoli e facciamo analizzare la traccia:-)))!
Diciamo pure che di questo governo non mi stupisce più una gran mazza; chiamarlo polpettone sarebbe un'offesa per le polpettine che cucino con tanto amore.
Sono fiera di essere talmente libera nel pensare che, non potrei sedere in parlamento manco se costruissero un seggio in corridoio.
Per i sindacati, se la sinistra ritiene addirittura che stiano facendo troppo, che cacchio mi lamentavo io qualche anno fa, quando dicevo in comizio che molti di loro erano collusi con loschi individui...definiti di "sinistra"? "sinistri" sarebbe più appropriato.
Bene , anzi male, se la Bonino passa a destra per la legge 30, la Lega Nord passerà al centro sinistra per la legge sui " lavavetri". Changè les dames...si dice in alcune divertenti danze.
E loro ballano, si ingozzano, si fanno di coca, festini a luci rosse, le loro pance ingrassano...e il popolo italiano ormai riesce solo a vedere veline, letterine e l'isola dei bavosi.
Sempre più incazzata ma, sempre fiduciosa nella gente che poca non è e, che capisce come vanno davvero le cose.
Se dimentico qualcosa abbiate pietà ma ho gente in casa:-)))!

A.S.